Riforma sanità, Matera resta autonoma insieme a Policoro
L’ospedale “Madonna delle Grazie” di Matera, pienamente integrato con l’ospedale di Policoro, manterrà la sua piena autonomia essendo uno dei due pilastri del sistema sanitario regionale insieme al San Carlo di Potenza. Lo ha ribadito oggi, nell’auditorium del nosocomio materano, il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, che, insieme all’assessore regionale alla Salute, Flavia Franconi, e al direttore generale dell’Asm Matera, Piero Quinto, ha illustrato il ddl di legge sulla riforma sanitaria approvato venerdì dalla Giunta regionale.
La riforma in sintesi nelle parole di Quinto: “Matera resta autonoma in una forte integrazione con Policoro tenendo dentro gli ospedali distrettuali come quelli di Tinchi e Stigliano. Il servizio del 118 formalmente viene attestato all’Asp e dentro l’azienda ospedaliera del San Carlo vanno i presidi di Lagonegro, Villa D’Agri e Melfi creando una rete regionale soprattutto sulle specializzazioni”.
“Si tratta di una proposta – ha aggiunto Pittella – che nelle ultime settimane si è arricchita del contributo di un ampio e approfondito dibattito all’interno della maggioranza del Consiglio regionale, a partire dalle idee dei consiglieri e dei parlamentari. Resta una proposta aperta a un’ulteriore discussione con tutti gli attori del sistema. Ma il confronto deve mantenere alcune condizioni imprescindibili: il rispetto dei limiti imposti dalle norme nazionali, la sostenibilità finanziaria, il mantenimento e dove possibile il rafforzamento dei servizi”.
In apertura dell’incontro il direttore generale del Dipartimento regionale alle Politiche della Persona, Donato Pafundi, ha illustrato il regime normativo dentro cui tutte le regioni italiane hanno l’obbligo di muoversi. In particolare, la finanziaria del 2015 estende fino al 2020 l’obbligo per tutte le regioni di spendere per il personale quanto il 2004 meno l’1,4 per cento.
“Il problema – ha sottolineato Pafundi – è che nel 2004 abbiamo registrato una impennata nelle assunzioni a causa della partenza del 118, con una spesa di 6 milioni di euro che oggi ammonta a 20 milioni. Significa che per questa norma dovremmo spendere 15 milioni di euro in meno”.
“Un’altra norma, la 161 del 2014, impone alle regioni di rispettare le normative europee in materia di calcolo orario. Per questa norma dovremmo fare un investimento di 15 milioni di euro in materia di personale”. Nel corso dell’incontro il direttore generale dell’Asm, Piero Quinto, ha illustrato le performance positive del presidio ospedaliero di Matera e dell’ospedale di Policoro. “La Regione Basilicata – ha detto Pittella – ha avviato il percorso di riforma per rispettare un obbligo dello Stato e dell’Europa. E ciononostante, diversamente da molte altre regioni italiane, stiamo dicendo da tempo e lo confermiamo oggi che in Basilicata non chiuderà nessun ospedale, ma stiamo provando a riconvertire quelli esistenti individuando le loro specificità. La nostra visione del sistema regionale sanitario si muove dentro alcuni obiettivi: ridurre il tasso di ospedalizzazione; ridurre il ricorso al pronto soccorso quando non è necessario; rafforzare la medicina di base; rafforzare i servizi sul territorio; individuare alcune eccellenze che devono offrire straordinari servizi di altissima qualità e fra questi rientrano senza dubbio l’ospedale di Matera, quello di Potenza e il Crob di Rionero”.
In tutto questo – ha aggiunto Pittella – stiamo rafforzando il servizio del 118 che passerà sotto l’unica regia della Asp di Potenza. A tal proposito, dopo una mappatura che abbiamo fatto, saremo in grado di far atterrare un elicottero di soccorso in ogni comune della Basilicata in qualsiasi ora del giorno e della notte. Si tratta di un lavoro certosino che abbiamo fatto per rispondere alla domanda di salute di tutti i cittadini di ogni angolo della Basilicata in un contesto di limiti di spesa. Molte regioni hanno chiuso ospedali. La regione Basilicata, a cui oggi viene riconosciuto a livello nazionale il mantenimento dei conti in ordine, non chiuderà alcun ospedale. E’ questo che deve fare la politica: conciliare la sostenibilità con i bisogni di salute dei cittadini. E nonostante la ghigliottina delle norme abbiamo continuato ad operare approvando una legge regionale che va in deroga alle imposizioni della legge nazionale per avere un periodo di transizione in materia di personale. Nel frattempo abbiamo aperto una trattativa con il ministro Lorenzin e il sottosegretario De Filippo per non considerare il servizio del 118 e il Crob di Rionero nei limiti imposti dalla norma sul personale e con ogni probabilità la nostra richiesta verrà accolta nella prossima Finanziaria. E nel frattempo, con la stazione unica degli appalti abbiamo risparmiato 23 meuro.
Vogliamo costruire una rete operativa del sistema regionale della salute perchè solo in questo modo si riescono a dare risposte qualificate agli utenti. Vorremmo che questa ipotesi di riforma durasse anche oltre il 2020. Anche per questa ragione abbiamo sottoscritto con il governo un accordo di programma quadro per un investimento complessivo di 80 milioni di euro per la ristrutturazione degli ospedali e per la innovazione tecnologica. E anche per questo abbiamo aperto un dialogo con la Università degli studi della Basilicata per aprire un corso di laurea in medicina internazionale in lingua inglese. Vorrei che il disegno di legge andasse quanto prima in discussione nella commissione consiliare. In ogni caso siamo pronti a confrontarci con tutti coloro che vogliono indicarci soluzioni diverse. Ma il confronto deve avvenire affrontando i temi che abbiamo davanti con profondità, senza lasciarci tentare dai 140 caratteri di un tweet. Lo dobbiamo ai nostri concittadini perchè su un tema delicato come quello della salute è fondamentale non abbandonarsi a una percezione superficiale”.