Rilancio del polo produttivo di Tito, il sindaco Scavone consegna un dossier al premier Conte
“Rilanciare il ruolo strategico delle aree industriali attraverso forti politiche di investimento pubblico, in modo da favorire la crescita del tessuto produttivo lucano, messo in ginocchio da anni di crisi produttiva a cui le misure regionali di sostegno alle imprese hanno dato una risposta soltanto parziale”. È quanto dichiarato dal sindaco di Tito Graziano Scavone a margine dell’incontro tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i sindaci lucani, che si è tenuto stamattina a Potenza per presentare le modalità di avvio del progetto di sviluppo e investimenti per la Basilicata.
“Abbiamo chiesto da tempo di aprire un confronto tra Regione, comuni industriali, a partire da Tito, e forze sociali per individuare quali azioni mettere in campo per sostenere i poli produttivi e le imprese lucane lì insediate attraverso progetti di reinfrastrutturazione, reindustrailizzazione e riqualificazione ambientale, a cui devono necessariamente aggiungersi misure di detassazione per alleggerire una pressione fiscale non più sostenibile dalle imprese a causa anche di tributi locali, come Imu e Tasi, imposti dai comuni per compensare i minori trasferimenti dallo Stato”.
Nel dossier per il rilancio del polo produttivo industriale commerciale artigianale e dei servizi territoriali della città di Tito, consegnato al premier Conte per il tramite del consigliere regionale Leggieri, sono elencati alcuni di questi progetti strategici e delle proposte di misure di incentivazione per le piccole e medie imprese del territorio.
“Abbiamo urgente bisogno – ha sottolineato Scavone – di completare le attività di bonifica dell’area Sin e di predisporre un progetto di riutilizzo produttivo del sito dell’ex Liquichimica, con il sostegno dello Stato e della Regione, magari realizzando il quartiere fieristico regionale, recuperando e riconvertendo gli stabilimenti dismessi e valorizzando la presenza di siti archeologici industriali. Nello specifico occorre: approntare un piano pubblico per la caratterizzazione dell’intera area industriale ai fini della riperimetrazione dell’area Sin e del suo declassamento a sito di interesse regionale, per sgravare le imprese dagli obblighi di bonifica; riconvertire le aree produttive in aree produttive ecologicamente attrezzate (Apea) e ridurre i costi energetici per le pmi insediate nel polo produttivo di Tito, istituendo la zona franca energetica unitamente alla zona economica speciale; detassare i tributi locali per tutte le imprese già insediate attraverso l’aumento del fondo di solidarietà comunale e l’istituzione di un contributo straordinario per i comuni industriali ad Imu e Tasi Zero”.
“È necessario quindi – ha aggiunto Scavone – ripensare alle strategie di sostegno alle imprese affiancando ai bandi per gli incentivi agli investimenti una serie di misure finalizzate a ridurre i costi e le tasse locali all’intero sistema delle pmi. Soltanto in questo modo si potrà restituire maggiore competitività alle nostre aree industriali”.
“Abbiamo inoltre colto la disponibilità dell’amministratore delegato di Invitalia invitando da subito la società a organizzare un incontro operativo per lavorare concretamente sui progetti indicati nel dossier e in particolare su quelli immediatamente cantierabili, come richiesto dal Presidente del Consiglio”. “L’auspicio è ora che queste disponibilità non si esauriscano il giorno dopo le imminenti scadenze elettorali – ha concluso il sindaco di Tito – e che ci siano indicazioni più precise da parte della Presidenza del Consiglio e idee più chiare, rispetto a ciò che è emerso nel corso dell’incontro, sui programmi oggetto di vero interesse da parte di Invitalia”.