Rinnovati gli organi statutari di Aniem-Confapi Matera
Presso la sede dell’Edilcassa di Basilicata a Matera sono stati rinnovati gli organi statutari dell’Aniem, la Sezione di categoria che raggruppa le imprese edili aderenti a Confapi Matera.
Nel corso dell’assemblea, a cui ha preso parte una numerosa delegazione di imprese edili associate, è stato riconfermato all’unanimità per il prossimo triennio il presidente Michele Molinari, amministratore unico di Siprem srl con sede a Grottole e Smecap srl con sede a Ferrandina ed è stato eletto il nuovo consiglio direttivo di Aniem-Confapi Matera.
Durante l’incontro il presidente Michele Molinari ha sintetizzato in pochi numeri la situazione di emergenza che si registra nel comparto dell’edilizia.
“Il 70% delle imprese edili lucane – ha ricordato Molinari – partecipa al mercato dei lavori pubblici; un dato negativo perché dimostra l’eccessiva dipendenza del sistema imprenditoriale delle costruzioni verso il mercato pubblico. Inoltre, la diminuzione dei trasferimenti e i tagli agli investimenti hanno portato ad un calo delle gare d’appalto, soprattutto di quelle di piccolo importo, pari circa al 30%”.
“Tutto ciò ha portato a numerose chiusure aziendali e alla perdita di parecchi posti di lavoro: 5.000 unità in meno dal 2008; 1.000 nel 2011, pari al 25% del forza lavoro complessiva impiegata nel settore; 84 imprese hanno chiuso l’attività nel secondo semestre del 2011. La situazione è peggiorata nel 2012, con il secondo trimestre che ha perso 2.600 occupati nella regione, pari a – 11,5%. Il Pil lucano ha perso 4,3 punti nel 2011 con una variazione negativa nel periodo 2008.2011 di 28,7%.
Netto è anche il calo del volume d’affari, unitamente alla riduzione a due cifre dei fatturati. E pure il dato relativo ai mancati pagamenti è allarmante, con una crescita del 42%”.
A penalizzare le imprese edili è la drastica riduzione degli investimenti pubblici e privati e, quindi, il calo generalizzato di lavori e di appalti pubblici, ma il rilancio del comparto è frenato anche da una carenza di liquidità dovuta a vari fattori.
In primo luogo, infatti, il fenomeno dei ritardati pagamenti, di per sé già rilevante nel mercato privato, si è particolarmente aggravato nel mercato pubblico a causa dei vincoli imposti dal cosiddetto Patto di Stabilità Interno, che ha messo letteralmente in ginocchio numerose imprese che vantano crediti verso la pubblica amministrazione.
A tutto ciò si è aggiunta un’ulteriore stretta creditizia del sistema bancario, che ha perso ogni fiducia nel comparto edile, con la conseguenza di provocare una paurosa crisi di liquidità che impedisce persino di aprire i cantieri di lavori già acquisiti o addirittura scoraggia la partecipazione alle gare d’appalto.
Questa situazione, inoltre, a causa di un eccesso di crediti difficili da incassare, crea un circolo vizioso e perverso per cui il ritardo nei pagamenti impedisce a molte imprese di ottenere la regolarità contributiva e fiscale necessaria proprio per poter incassare. Un paradosso cui neanche i recenti provvedimenti approvati dal Governo, di per sé insufficienti, riusciranno a porre rimedio.
La contrazione, tuttavia, si fa registrare anche nel mercato dell’edilizia privata, che risente del ritardo nell’approvazione di importanti strumenti urbanistici, nell’attuazione del Piano Casa e nei previsti investimenti di edilizia economica e popolare.
Resiste in parte il mercato delle manutenzioni, soprattutto quelle edilizie private, incentivate dai crediti d’imposta per le ristrutturazioni e per chi investe nel risparmio energetico.
“Per rilanciare l’edilizia – ha ribadito il presidente di Aniem-Confapi Matera Michele Molinari – servono atti concreti e coraggiosi come quello del sindaco di Torino Piero Fassino, che ha deciso di sforare il Patto di Stabilità facendo un’iniezione di liquidità nel sistema economico della città ed esponendosi alle inevitabili sanzioni, tra cui figura la riduzione delle indennità di assessori e consiglieri. Questa decisione potrebbe finalmente garantire una boccata d’ossigeno alle imprese che oggi paradossalmente finanziano le opere pubbliche con le proprie risorse, salvo poi trovare difficoltà per accedere al credito bancario”.