Riorganizzazione rete laboratori privati accreditati, oggi siglato l’accordo
Siglato nel pomeriggio, presso il Dipartimento Politiche della salute della Regione Puglia, l’accordo con le Organizzazioni di categoria dei laboratori di analisi privati accreditati per la riorganizzazione della rete dei laboratori di analisi, così come prevede la legge che, tra l’altro, per l’accesso all’accreditamento istituzionale, prevede “il criterio della soglia minima di efficienza che deve essere conseguita dalle singole strutture sanitarie”.
“E’ il recepimento di una legge del 2006 e l’accoglimento delle Linee guida di indirizzo del 2011 – ha detto il direttore del Dipartimento Politiche della Salute della Regione Puglia Giancarlo Ruscitti – è un passo in avanti verso l’efficientamento del sistema sanitario pugliese. Occorre fare rete, occorre l’integrazione tra i laboratori di patologia clinica privati accreditati non solo per migliorarne l’efficienza, utilizzando anche le tecnologie più avanzate ed innovative, ma anche per poter accedere all’accreditamento istituzionale. Oggi il tema della sicurezza nella sanità è particolarmente avvertito nelle strutture che hanno pochi numeri. Mettersi insieme significa progredire professionalmente e garantire maggiore sicurezza e servizi all’utente”.
Oggi in Puglia ci sono 244 laboratori di analisi, non tutti però soddisfano il requisito dell’efficienza del sistema, anche per un numero basso di prestazioni erogate, non consentendo l’ottimizzazione delle risorse strumentali, con la relativa ricaduta sui costi di gestione. Ecco perché è necessario fare rete ed ecco perché la Regione Puglia, con la sottoscrizione dell’accordo di oggi, ha inteso avviare un lavoro di razionalizzazione e di riorganizzazione dei laboratori che, per legge, dal 1 gennaio del 2018 dovranno garantire 100mila prestazioni all’anno mentre dal 1 gennaio del 2019 e per i successivi anni, dovranno garantire 200mila prestazioni all’anno.
Le strutture accreditate potranno organizzarsi, entro il 31 dicembre di quest’anno, in qualunque forma di aggregazione prevista dal Codice Civile. L’unico vincolo sarà quello territoriale. In situazioni specifiche, quelle che riguardano i comuni del Subappennino Dauno, ci potrà essere una deroga, potrà essere mantenuto cioè un rapporto prestazione/erogatore inferiore alla soglia minima di efficienza (200mila prestazioni) e comunque non inferiore alle 100mila prestazioni annuali.