Ripopolamento faunistico nel materano
Le politiche venatorie della provincia di Matera si attuano anche attraverso la realizzazione dei ripopolamenti faunistici che contribuiscono alla salvaguardia del patrimonio faunistico in generale. Nella giornata di mercoledì 18 aprile l’Amministrazione provinciale, attraverso il proprio Corpo di Polizia, ha ultimato il programma di immissione per l’anno 2012: 1084 fagiani e 22 lepri.
“Prima di procedere con le immissioni abbiamo dovuto attendere che le condizioni metereologiche migliorassero e consentissero di procedere con il ripopolamento. Un’azione, pianificata – ha sottolineato il vice presidente Giovanni Bonelli – in base alla carta delle vocazionalità faunistiche, che vede la lepre una tra le specie stanziali più importanti in relazione alle caratteristiche della realtà territoriale provinciale. È importante ribadire che queste immissioni sono state programmate al fine di garantire una distribuzione il più possibile omogenea dei selvatici sul territorio, soprattutto ai fini del successo riproduttivo delle specie.”
In occasione del ripopolamento l’Associazione Enalcaccia circolo di Miglionico, in collaborazione con il comune stesso, presso l’istituto comprensivo “Don Donato Gallucci”, ha proposto la II edizione del progetto “Educare i ragazzi al pieno rispetto degli aspetti di tutela dei selvatici e della natura – ha evidenziato Bonelli – insegnando che l’azione del cacciatore è anche orientata a salvaguardare la specie e il territorio in cui vive.”
“Le competenze assegnate alla Provincia in materia di tutela della fauna selvatica e programmazione dell’attività venatoria richiedono impegno e professionalità – ha dichiarato il presidente Stella – sia in termini quantitativi che qualitativi. Nell’ambito della gestione faunistica, infatti, si inseriscono tutte le attività che si prefiggono il raggiungimento di importanti equilibri nelle popolazioni animali al fine di garantire la conservazione delle specie che rivestono un interesse naturalistico e, allo stesso tempo, garantiscono il mantenimento e lo sviluppo di attività antropiche quali l’agricoltura, la pesca, il turismo ambientale e la fruizione degli ambienti naturali. Tutti settori che rivestono prioritaria importanza per una economia che non attraversa certo un momento semplice, ma che, anche grazie a queste “attenzioni faunistiche”, può trarre beneficio.”