Rischio chiusura per l’ospedale ‘Sarcone’ di Terlizzi
Torna d’attualità il tema della sanità e della chiusura degli ospedali. E nel mirino dei tagli del governo Monti è finito l’ospedale ‘Sarcone’ di Terlizzi (BA). Lo scorso 28 settembre l’ennesima Commissione Affari Istituzionali, alla quale ha partecipato il direttore generale ASL di Bari, dott. Domenico Colasanto, per difendere e salvare il nosocomio cittadino, il cui reparto di cardiologia è ancora funzionante, nonostante le ‘postille’ del Piano di Rientro.
“La Regione non può permettersi tutte le strutture cardiologiche del territorio – ha dichiarato il Dott. Colasanto – e si è pensato di rendere efficientissimi solo alcuni reparti, facendo confluire i pazienti in poche strutture organizzate per l’occasione. Guardando al territorio ci siamo resi conto che gli abitanti di Terlizzi, Corato e Molfetta si spostano verso Bari, concentrando in particolare nel capoluogo l’alta complessità. Se si dovessero prendere in considerazione i flussi, ci si rende conto che l’80% dell’utenza terlizzese già si spostava verso gli ospedali di Bari e, comunque, in generale, i cittadini della parte Nord hanno più facilità a poter accedere, rispetto alla parte Sud-Est”.
Nel frattempo, l’amministrazione comunale ha intensificato gli incontri sui problemi della sanità; la scorsa settimana, c’è stato un summit tra il sindaco di Terlizzi, Ninni Gemmato, il Presidente del Consiglio Michele Grassi, con la neo Direttrice Sanitaria dell’Ospedale di Terlizzi, la Dott.ssa Angela Leaci e quello con i Dirigenti dell’ASL. “Vogliamo che si prendano in considerazione le soluzioni che si ritengano migliori per salvaguardare e garantire i livelli di assistenza per i cittadini. Da qui l’esigenza di creare queste occasioni di confronto – ha continuato il sindaco Gemmato – L’importante è che il problema non venga affrontato dal politico locale come una ‘battaglia di Masaniello’ nei confronti del Governatore della Regione di turno, ma tutti si sforzino, responsabilmente, ognuno per il ruolo che occupa all’interno delle istituzioni, di tutelare la salute del cittadino intraprendendo percorsi lineari e condivisi”.