A Rotondella la XXI edizione della sagra dell’albicocca
“La XXI edizione della Sagra dell’Albicocca in programma a Rotondella deve essere occasione di serio confronto su un prodotto che ha scritto la storia e l’economia di un territorio e che nel 2017 ha avvertito la più forte scossa sotto il profilo commerciale”. Lo sostiene una nota della Cia del Metapontino, evidenziando che una serie di fattori hanno portato a una drastica riduzione dei prezzi, con scenari drammatici per alcune varietà rimaste invendute sugli alberi.
“L’ortofrutta è un tema complesso che va affrontato sotto tutti gli aspetti e da tutti gli attori – afferma Nicola Serio, presidente regionale vicario della Cia – Rischiare di perderla nel nostro territorio sarebbe una sconfitta per tutta l’economia perché l’ortofrutta crea produzione, lavoro, indotto. In questo momento di crisi le aziende agricole continuano ad investire ed innovare e noi vogliamo aiutarle e supportarle in questo processo. Crediamo che l’aggregazione sia molto importante, ma deve necessariamente evolversi e guardare al futuro con più prospettiva. Nello specifico il mercato delle albicocche rimane insofferente per problemi congiunturali, strutturali e per l’accavallarsi di prodotto. Senza dimenticare l’oramai cronica crisi dei consumi. E’ necessario riguardare l’idea di aggregazione per programmare meglio l’offerta. Dobbiamo inoltre riconquistare il consumatore attraverso la qualità ed il suo riconoscimento”.
Per Rudy Marranchelli, presidente Agia-Cia, “oggi bisogna iniziare ad immaginare con nuovi occhi il mercato. Aggregazione e programmazione sono importanti ma non sufficienti. Bisogna dare forza una filiera che tutela di più i produttori e dà maggiori garanzie ai consumatori, che sia trasparente ed equa. Sotto questo punto di vista risulta importante il codice etico lanciato dal Mipaaf in questi giorni insieme a Federdistribuzioni e Conad, dove in particolare le organizzazioni della grande distribuzione si impegnano a non fare più ricorso alle aste elettroniche inverse al doppio ribasso per l’acquisto di prodotti agroalimentari, a valorizzare nei propri punti vendita la stagionalità e la provenienza dei prodotti agricoli e alimentari e realizzare campagne di sensibilizzazione e comunicazione verso i consumatori relative all’impegno contro il lavoro nero, per la trasparenza della filiera agricola e alimentare e per il rispetto dei diritti dei lavoratori. Con soddisfazione oggi possiamo dire che il codice etico ricalca in parte l’idea lanciata dai giovani imprenditori agricoli lucani a fine maggio, un “Network dei Valori” capace di mettere in trasparenza l’intero processo di filiera. Quando si parla di crisi dell’ortofrutta il riferimento non è solo alle aziende agricole, ma a tutto l’indotto che sviluppano (pensiamo soprattutto ai tanti lavoratori). Per questo – conclude Marranchelli -mettere le aziende nelle condizioni di produrre reddito, significa mettere in sicurezza l’intero sistema”.