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Sabato a Venosa assemblea regionale del personale educativo e pedagogico sui nuovi albi professionali

Si avvicina la fatidica data del 6 agosto entro la quale presentare la domanda di iscrizione ai due nuovi albi degli educatori professionali socio-pedagogici o dei pedagogisti, previsti dalla legge n. 55 del 15 aprile 2024. Tuttavia, sulla materia aleggia ancora molta confusione tra gli operatori in merito ai requisiti di accesso e alle modalità di presentazione della domanda. Per questo la Cisl Fp Basilicata, in collaborazione con l’Associazione Pedagogisti Educatori Italiani (APEI), ha organizzato un’assemblea regionale del personale educativo e pedagogico degli enti delle funzioni locali, delle funzioni centrali, della sanità e del terzo settore che si terrà a Venosa, nella Sala del Trono del Castello Aragonese, sabato 27 luglio, alle 10. Interverranno, dopo i saluti istituzionali del sindaco Francesco Mollica, il vicepresidente nazionale dell’APEI Gianvincenzo Nicodemo, la pedagogista Antonella Scorzeto, il segretario generale della Cisl Fp Basilicata Pino Bollettino, il coordinatore nazionale della Cisl Fp del terzo settore Massimiliano Marzoli e la coordinatrice nazionale della Cisl Fp del settore educativo e scolastico 0-6 anni Caterina Otranto.

«Il motivo alla base di questa iniziativa è che ci siamo resi conto delle difficoltà oggettive che stanno vivendo gli operatori del settore in questa fase di start-up degli albi, anche perché la Basilicata è stata l’ultima regione ad insediare un commissario del tribunale deputato alla raccolta delle domande di iscrizione. Allo stesso tempo ci sono arrivate segnalazioni circa il malfunzionamento del sito che rende oltre modo difficoltoso inoltrare la documentazione e che sta creando non poche preoccupazioni. Abbiamo ritenuto perciò opportuno organizzare un incontro in presenza per illustrare in maniera analitica e dettagliata quelle che sono le procedure per presentare la domanda di iscrizione agli albi e per affrontare anche i risvolti contrattuali della materia che in questi anni non hanno ricevuto la giusta attenzione da parte del legislatore. Anche il sindacato è dentro questa complessa partita perché in gioco non c’è solo la tutela dei diritti delle professionalità che operano sul territorio ma anche la salvaguardia dei posti di lavoro in ragione del fatto la mancata presentazione della domanda entro il termine stabilito del 6 agosto comporterebbe la perdita dei requisiti per svolgere il proprio lavoro. E siccome parliamo di migliaia di unità in tutta la regione, non possiamo correre il rischio che questo possa accadere perché significherebbe anche la paralisi dei servizi alle famiglie».

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