San Severino Lucano alla giornata della madre lingua
Il sindaco di San Severino Lucano Franco Fiore e gli ospiti del progetto Sprar hanno partecipato alla giornata internazionale della lingua madre con la prima edizione dell’omonimo concorso organizzato dalla “Senis Hospes” Società Cooperativa Sociale a Senise. Una giornata di aggregazione che ha coinvolto anche i giovani migranti presenti nella realtà territoriale che gravita intorno a Senise. La giornata dedicata alla Madrelingua è stata indetta dall’UNESCO nel 1999 per il 21 febbraio di ogni anno per promuovere la diversità linguistica e culturale e il multilinguismo. Il 21 febbraio è stato scelto per ricordare il 21 febbraio 1952, quando diversi studenti bengalesi dell’Università di Dacca furono uccisi dalle forze di polizia del Pakistan (che allora comprendeva anche il Bangladesh) mentre protestavano per il riconoscimento del bengalese come lingua ufficiale.
Il sindaco Fiore, che ha accolto, nel suo comune, già dallo scorso anno, un gruppo di giovani Senegalesi e uno di ragazze nigeriane, ha sottolineato l’importanza della cultura dell’accoglienza, quell’accoglienza fatta con il cuore per dare una mano a chi è in difficoltà e che diventa una ricchezza per ognuno. Naturalmente, ha detto, la costruzione di un dialogo autentico presuppone rispetto per le lingue, per la cultura e la tradizione di ognuno. Ogni aspirazione ad una vita migliore si esprime in una lingua, con parole precise.
Le lingue risultano tra i più potenti strumenti di conservazione e sviluppo del nostro patrimonio materiale e immateriale. La diversità linguistica fa parte del nostro patrimonio comune. La scomparsa di una lingua costituisce un impoverimento per l’intera umanità, un passo indietro nella difesa del diritto di ciascuno ad essere ascoltato, ad apprendere e a comunicare. Fiore ha ricordato quanto detto da Nelson Mandela e cioè “parlare a qualcuno in una lingua che comprende consente di raggiungere il suo cervello. Parlargli nella sua lingua madre significa raggiungere il suo cuore”. Dunque la lingua dei nostri pensieri e delle nostre emozioni è il nostro bene più prezioso.