Sangue infetto, accolto il ricorso dell’associazione talassemici di Lecce
La sentenza con cui la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato lo Stato italiano a risarcire i cittadini che hanno contratto infezioni a causa di trasfusioni è nata da un ricorso presentato dall’Associazione giovanile talassemici di Lecce nel giugno del 2012, tramite l’avvocato Paola Perrone; attorno al caso, considerato ‘causa pilota’, sono stati riuniti gli altri ricorsi in materia presentati sul territorio nazionale. Una lunga battaglia battaglia giudiziaria per ottenere il risarcimento, iniziata alla fine degli anni ’90.
“Con due leggi del 2007 – riferisce il legale dell’associazione – lo Stato italiano aprì la procedura transattiva per il risarcimento dei danni e le domande di transazione furono presentate nel gennaio 2010. Tuttavia il Decreto ministeriale 162/2012 escluse, di fatto, la maggior parte dei partecipanti dalle transazioni. Da qui il ricorso dell’Associazione talassemici di Lecce alla Corte Europea di Strasburgo, che nell’aprile 2014 dichiarò la causa intrapresa dai salentini ‘causa pilota’, riunendo attorno ad essa altre cause intraprese sul territorio nazionale. Si tratta di una vittoria faticosa, dedicata alla salute dei cittadini e al futuro della sanità pubblica – ha continuato Perrone – Siamo felici di esser stati i primi in Italia e gli unici in Puglia ad aver creduto nella Corte di Strasburgo”