Sanità, firmato il contratto Collettivo Nazionale del Comparto per il triennio 2019-2021
E venne il giorno della tanto attesa firma definitiva del contratto Collettivo Nazionale del Comparto Sanità per il triennio 2019-2021 da parte dei sindacati. Dopo i delicati passaggi al Consiglio dei Ministri e alla Corte dei Conti, ma soprattutto dopo mesi e mesi di discussioni e confronti con l’Aran, per le complesse ipotesi di accordo, siamo di fronte, di certo, al naturale epilogo per il quale tutte le parti in causa, a vario titolo, hanno lavorato.
«Settimane e settimane di trattative: giornate intense, all’insegna non solo di pagine e pagine di documenti da analizzare ed elaborare, ma anche e soprattutto momenti di duro confronto e di immancabile tensione, per una posta in gioco tanto delicata come quella del presente e del futuro economico e contrattuale di migliaia di professionisti della sanità». Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
«Nella coerenza e nel rispetto degli impegni presi con quegli infermieri e degli altri professionisti sanitari che ogni giorno guardiamo negli occhi, e a cui ci sentiamo di non offrire mai promesse vane, pensiamo di avere fatto in pieno la nostra parte per arrivare al traguardo di oggi, la firma definitiva del CCNL della Sanità 2019-2021, che per noi rappresenta, siamo stati sempre chiari in tal senso, e pur riconoscendo al suo interno i sostanziali passi in avanti raggiunti, solo e soltanto un punto di partenza.
L’essere riusciti a portare a compimento battaglie come la legge sull’indennità di specificità infermieristica, che finalmente arriva nelle tasche dei colleghi grazie al contratto che oggi abbiamo firmato, e che consideriamo come una nostra vittoria, o l’aver proposto ed ottenuto la nuova norma sulla mobilità, che dovrebbe consentire, finalmente dopo anni ed anni di stasi, il fondamentale sblocco dei trasferimenti di infermieri e colleghi delle altre professioni sanitarie tra gli enti del SSN, oppure l’aver proposto ed ottenuto la nuova norma contrattuale che apre “alla possibilità di effettuare turni opposti quando i genitori sono entrambi turnisti”, rappresentano tasselli che tornano finalmente al loro posto, in un mosaico non ancora certamente perfetto. E naturalmente un nuovo concreto stimolo a non mollare la presa, nel nome di una indispensabile ricostruzione del sistema sanitario nazionale che non può non passare attraverso la valorizzazione degli infermieri e delle altre professioni sanitarie», continua De Palma.
Presenti per la firma, il Segretario Generale del Nursing Up, Francesco Sciscione, accompagnato da Francesca Batani e Mario De Santis, della delegazione contrattuale Nursing Up, che non ha mancato di sottolineare che questo contratto segna un grande passo in avanti, con il riconoscimento di aumenti economici per gli incarichi del personale sanitario, e con l’introduzione di incarichi di base “per tutti i professionisti sanitari”, quindi indipendentemente da selezioni o concorsi interni, come già avviene per i medici, sono un passo fondamentale; ma non possiamo sentirci appagati, non possiamo accontentarci dei traguardi ottenuti, anche se importanti.
Stiamo purtroppo vivendo una contingenza economica che relega più che mai gli infermieri, numeri alla mano, in una posizione di estremo disagio. Finalmente, con il nuovo sistema degli incarichi, sono state create le condizioni di un contratto che viaggia verso analoghi istituti di quello della dirigenza medica e dove, in particolare nel caso degli incarichi base, tutti i professionisti assunti possono vedere valorizzata la propria indiscutibile competenza.
Così ancora De Palma: «Oltre il 19% delle risorse complessive di questo contratto, parliamo di 335 milioni di euro, sono racchiuse in una indennità di specificità infermieristica di cui siamo fieri, tra le tante, come una vittoria, ottenuta dopo quelle manifestazioni dove abbiamo fortemente lottato, anche quando altri sindacati rappresentativi hanno pensato bene di rimandare al mittente i nostri pubblici inviti a lottare uniti, e che ora bisogna che venga estesa alle ostetriche, ingiustamente escluse. Tutto questo dobbiamo e vogliamo ricordarlo. E ora, di fronte al traguardo, ben consapevoli delle dure sfide ancora da affrontare, non possiamo che gioire di fronte ai tanto attesi arretrati che gli infermieri e gli altri professionisti della sanità dovrebbero ricevere già con la busta paga di novembre o dicembre, in dipendenza delle differenti organizzazioni sanitarie e regionali.
Finalmente gli operatori sanitari, madri e padri, tireranno un primo sospiro di sollievo: in piena crisi economica, con un magro stipendio che ci colloca ancora agli ultimi posti della sanità europea, con una recessione che ci morde alle gambe, questi soldi, frutto del nostro lavoro, e che da oggi ci spettano di diritto, rappresentano una ventata di serenità più che meritata ad un mese dal Natale», conclude De Palma.