Sanità in Puglia, convegno presso l’aula del Consiglio regionale
Questa mattina, nell’Aula del Consiglio della Regione Puglia, si è tenuto un convegno sull’evoluzione della sanità italiana al quale ha partecipato anche Mario Conca, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che osserva: “La sanità pugliese, nel contesto della situazione nazionale, fa evidentemente media in negativo. La situazione era diversa circa 15 anni fa quando le regioni del nord, che avevano un’anzianità media più elevata, chiesero ed ottennero di non ripartire capitariamente il fondo sanitario nazionale per poter garantire un’assistenza adeguata alla propria popolazione, mediamente più anziana. Oggi la situazione si è invertita e le regioni del nord, che in aggiunta possono vantare in una corposa mobilità attiva, non hanno mostrato la stessa solidarietà, tenendo fuori dai costi standard l’anzianità media e il costo del personale.” – e incalza – “I governi del sud non sono andati a loro volta a fare la voce grossa nella conferenza Stato-Regioni, noi l’abbiamo più volte chiesto ad Emiliano ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire!”
Poi sposta il focus sulla penuria di organico di cui è afflitto il nostro Sistema Sanitario Regionale, considerato solo uno dei tanti mali dal momento che, segnala: “Circa un quarto del personale è demansionato, fruitore di 104 e assenteista, per questo escluso dai turni. La restante parte è demotivata perché il sistema non è professionalizzante e il motto imperante è si salvi chi può.” – e, proseguendo, puntualizza – “Troppo facile però prendersela solo con i dipendenti, che certamente hanno le loro colpe, ma le responsabilità più importanti sono della politica che non si è preoccupata negli anni di applicare con regolarità il turn over, la formazione, l’incentivazione, la meritocrazia e la sicurezza sul posto di lavoro. Come si diventa primari e facenti funzione?”
E conclude con un monito al governo regionale: “Le 30 mila ore di malattia per il 2015 nella sola asl BAT non sono la causa, ma il sintomo di una malattia che sta minando alle fondamenta la sanità pubblica e sta consequenzialmenente dirottando sempre più risorse a quella privata. Emiliano, vogliamo agire?”