Sanità, Nursing Up: “La Norvegia apre la caccia agli infermieri italiani e addirittura “opziona sin da subito” i nostri migliori studenti”
Dopo l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi, è adesso la volta della Norvegia. Dalla terra dei fiordi, notoriamente qualità della vita altissima, arrivano, a raffica, in questi giorni, nuove allettanti offerte di lavoro per gli infermieri italiani che stiamo cercando di vagliare con attenzione e approfondire. Il servizio sanitario pubblico norvegese, in particolare attraverso un’agenzia internazionale spagnola con sede ad Alicante, con cui in queste ore abbiamo avviato serrati contatti, “mette sul piatto della bilancia” opportunità che sembrerebbe davvero difficile rifiutare. E non si tratta, naturalmente, soltanto di prospettive economiche ben diverse rispetto a quelle di una sanità italiana che vive, oggi, lo sappiamo bene, un momento delicatissimo e controverso. La Norvegia apre la strada a possibili “scelte per la vita” che sono davvero allettanti.
«Ciò che possiamo constatare, senza esagerazione alcuna, esordisce Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up Sindacato Nazionale Infermieri, è soprattutto il fatto che negli ultimi tempi le proposte di lavoro dall’estero si stanno addirittura evolvendo, e per gli ambitissimi professionisti italiani si sono fatte decisamente “più aggressive” e soprattutto davvero difficili da rifiutare per un nostro giovane laureato in infermieristica. Siamo di fronte, continua De Palma, ad una vera e propria caccia aperta agli infermieri di casa nostra che va avanti da alcuni anni, con una pericolosa emorragia di professionisti che le nostre istituzioni non riescono in alcun modo ad arginare attraverso piani alternativi di valorizzazione. Non è affatto retorica. Dopo la Svizzera, dopo il Medioriente, le agenzie di recruitment internazionali si stanno ora concentrando in accurate selezioni per la alzare ulteriormente il livello della già fiorente sanità del Nord Europa, scegliendo tra i migliori professionisti provenienti da altri Paesi. E naturalmente quando arrivano curriculum di giovani infermieri italiani, gli attenti selezionatori hanno davvero un occhio di riguardo.
Tutto questo, da un lato, dovrebbe renderci orgogliosi, fieri del fatto che la solidità del percorso di studio intrapreso in Italia ha pochi eguali nel contesto della sanità del Vecchio Continente. Figuriamoci, poi, se siamo di fronte ad un giovane infermiere che può vantare addirittura un percorso di specializzazione come un master e magari già da qualche anno ha vissuto “sul campo” la complessa e impegnativa realtà dei professionisti dell’assistenza di casa nostra nella sanità pubblica italiana. Il servizio sanitario pubblico norvegese offre in questo momento dai 2800 ai 3500 euro netti al mese: certo, il costo della vita è elevato in città come Oslo e Bergen, ma in alcuni casi, ci specificano dai vertici delle agenzie, ci sono addirittura affitto e bollette pagate, quasi sempre almeno nei primi mesi.
I contratti sono tutti a tempo indeterminato, dice ancora De Palma, e addirittura non c’è più l’obbligo di conoscere le complesse basi del norvegese, non subito almeno. Immaginiamo quindi, che il professionista italiano debba ovviamente immediatamente immergersi in corsi di lingua locale, ma lo farà solo una volta che è arrivato sul posto. Nel percorso di selezione per trovare lavoro nella sanità pubblica norvegese, infatti, “non viene richiesta alcuna specifica conoscenza linguistica!” Non è finita qui, insiste De Palma. Lo stipendio base non include premialità e bonus, si lavora mediamente 37,5 ore settimanali, ti viene pagato il volo dall’Italia per raggiungere città come Oslo, Bergen e Trondheim, ma c’è una novità incredibile che apprendiamo nei contenuti di tutti gli annunci, e ce ne sono a decine, negli ultimi giorni, dalla Norvegia. Nelle selezioni sono addirittura inclusi giovani al terzo anno di infermieristica! Avete capito bene!
Naturalmente stiamo cercando di approfondire la questione, ma non escludiamo il fatto che Paesi come la Norvegia potrebbero presto arrivare “a opzionare” i nostri migliori studenti, seguirli fino al completamento degli studi, pur di averli in servizio li da loro. Ma se i nostri studenti giovani laureati andranno a lavorare in Norvegia, chi resterà a prestare servizio per I cittadini italiani? Negli ultimi tre anni, conclude De Palma, ben 7mila infermieri italiani hanno lasciato il nostro Paese. Paradossalmente, i nostri professionisti tra pochi giorni, il 5 dicembre prossimo, stanchi e logorati come non mai, incroceranno le braccia in uno sciopero che unisce la nostra protesta a quella di alcuni sindacati dei medici. Tutto questo mentre l’Europa “pesca a piene mani” addirittura aprendo le selezioni ai nostri migliori studenti non ancora laureati!».