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Sanità penitenziaria, Giunta regionale approva linee guida

Tutelare la salute dei detenuti, degli internati e dei minorenni sottoposti a provvedimento penale nelle carceri riducendo il rischio autolesivo e suicidario. Questo il principio ispiratore delle linee di indirizzo approvate dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alla Sanità e Servizi sociali, Attilio Martorano. Il provvedimento recepisce l’accordo approvato in Conferenza Unificata Stato Regioni Enti locali  il 19 gennaio 2012. Si tratta di un ulteriore tassello al percorso di riforma penitenziaria avviato a seguito del D.P.C.M. del 1 aprile 2008 che prevede la riorganizzazione della medicina penitenziaria affidando tutte le funzioni prima svolte dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e dal Dipartimento della giustizia minorile al servizio Sanitario Nazionale, mentre le Regioni garantiscono l’espletamento delle funzioni trasferite attraverso le Aziende sanitarie locali.

L’obiettivo è quello di valutare e adottare procedure di accoglienza che consentono di attenuare gli effetti potenzialmente traumatici della privazione della libertà e mettere in campo interventi necessari per prevenire atti di autolesionismo. “Tutelare la salute anche tra le mura carcerarie è un dovere delle istituzioni – ha dichiarato l’assessore Martorano.  Si è reso necessario disciplinare con linee guida l’assistenza sanitaria in luoghi di detenzione anche per fronteggiare un dato allarmante relativo ai suicidi che, così come rileva il Ministero della giustizia, aumentano in caso di reclusione.

La Regione – ha aggiunto l’assessore Martorano – al fine di garantire un’assistenza sanitaria di qualità anche a chi vive in luoghi  di detenzione, ha sottoscritto già un protocollo d’intesa  con il Provveditorato regionale dell’amministrazione  penitenziaria e centro per la giustizia minorile”. Le azioni saranno condotte in concorso con tutti i livelli istituzionali interessati per attenuare gli effetti potenzialmente traumatici della privazione della libertà individuando fattori di rischio e percorsi di integrazione.

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