Sanità pugliese rischia il collasso
La sanità pugliese è al collasso! E all’interno di un quadro regionale desolante, il servizio sanitario jonico è sempre più in declino. Basti pensare che, dopo la chiusura dei Pronto Soccorso del “Moscati” di Statte e del “San Marco” di Grottaglie (divenuti Posti di Primo Intervento), a servire un bacino di utenza di 320mila abitanti, abbiamo a disposizione solo il Pronto Soccorso del “Santissima Annunziata” di Taranto. Ora, il presidente della Regione Puglia, nonché assessore alla Sanità regionale, Michele Emiliano, ha deciso di convertire i PPI in postazioni fisse e mobili del 118. Una scelta che oltre a gravare eccessivamente sul servizio 118 provinciale e aggravare la già precaria situazione del Pronto Soccorso di Taranto, depotenzia la sanità territoriale.
La Regione, continuando ad applicare tagli lineari alla sanità, sta desertificando la sanità pubblica territoriale, ripiegando tutto sull’emergenza e determinando nella comunità ionica un disagio ormai intollerabile. Il tutto, gravando sul lavoro degli operatori del 118 che, nonostante il loro encomiabile impegno, non possono sopperire alle carenze della sanità territoriale. Se da una parte, infatti, il 118 ionico è il più medicalizzato d’Italia, stando ai servizi che gli vengono richiesti, risulta essere sotto organico. Diamo un po’ di numeri.
Il medici del 118 sono 48 (quando l’organico dovrebbe essere di 75 unità), tutti assunti a tempo indeterminato in convenzione con l’Asl; 120 sono gli infermieri dipendenti Asl; 70 i soccorritori privati, pagati dalle associazioni con fondi regionali; circa 120 i volontari che dovrebbero operare gratuitamente…28 sono le ambulanze le cui postazioni vengono gestite da associazioni private che devono garantire 4 assunzioni e 2 soccorritori. Ognuna delle 28 postazioni costa alla Regione Puglia circa 23mila euro al mese, per un totale di circa 644mila euro mensili (pari a 7milioni728mila euro). Alle ambulanze, si aggiungono 6 auto mediche, gestite sempre da associazioni private. Un consorzio di associazioni, invece, gestisce le 10 ambulanze di proprietà dell’Asl che servono per gli spostamenti da un ospedale all’altro, per un costo mensile di quasi 90mila euro (pari a 1milioni80mila euro annui). Il tutto, tenendo conto che le cliniche private, per le urgenze verso gli ospedali pubblici, usufruiscono del servizio di 118.
L’immane lavoro degli operatori del 118, ribadisco, non può sopperire alla chiusura dei Posti di Primo Intervento territoriali, che invece andrebbero potenziati per impedire il sovraffollamento del Pronto Soccorso di Taranto. Oggi, per drenare gli accessi al Santissima Annunziata, i codici gialli e i codici verdi, vengono portati al Pronto Soccorso di Martina Franca…anche se il paziente è preso in carico a Pulsano! Ripongo fiducia nelle iniziative che a tal proposito la conferenza dei sindaci adotterà nei prossimi giorni.