Sblocca Italia, relazione di Pittella in Consiglio regionale
“A poco più di due mesi dall’approvazione della legge sul “patto di stabilità interno”, torniamo a parlare in Consiglio Regionale del tema petrolio. Una parola non neutra, che nel lessico lucano incrocia altre espressioni importanti come sviluppo regionale, sostenibilità ambientale, salute dei cittadini, occupazione”. Così il presidente della Regione, Marcello Pittella, ha esordito nella sua lunga e articolata relazione nella seduta del Consiglio regionale in cui si discute del cosiddetto decreto Sblocca Italia, approvato a fine agosto dal governo. Il governatore si è soffermato sulla legge di stabilità approvata dal Consiglio regionale e impugnata dal governo lo scorso 11 settembre. “Sapevamo – ha detto Pittella – di muoverci su un terreno legislativamente impervio. Volevamo una risposta immediata sul tema patto di stabilità e l’abbiamo avuta, rendendo possibile l’apertura di una interlocuzione costruttiva e proficua con il governo Renzi. Senza quella necessaria “provocazione istituzionale” oggi non saremmo qui a discutere del Decreto Sblocca Italia, che rappresenta almeno una prima risposta alle esigenze impellenti poste dalla Regione Basilicata e che ci sta consentendo di recuperare quote aggiuntive di Patto”.
Il governatore ha ricordato, inoltre, le interlocuzioni avute tra giugno e luglio con il ministro Guidi e con il sottosegretario Vicari del Mise, attraverso le quali si è giunti alla condivisione di un percorso legislativo che porterà al superamento delle norme attuative dell’articolo 16 del decreto liberalizzazioni, “considerato quest’ultimo un tradimento dello spirito originario del Memorandum”.
“I rappresentanti del governo – ha proseguito Pittella – hanno ufficialmente dichiarato di fare proprie le richieste della Basilicata, portando il tetto massimo dei benefici a 250/300 milioni di euro l’anno, per un periodo di vent’anni. Mi aspetto che nelle prossime settimane si metta mano o a un emendamento da inserire nel Dl Sblocca Italia o a un nuovo provvedimento interministeriale, d’intesa con il Mise, sapendo che i benefici legati all’aumento della produttività della Concessione Val D’Agri, ora, e di quella di Tempa Rossa, domani, si potranno conteggiare solo di qui a qualche anno”.
A proposito dei previsti aumenti di estrazione Pittella, ha evidenziato che “il raddoppio delle estrazioni fa riferimento solo al rispetto delle intese sottoscritte con Eni nel 1998 e con Total nel 2006”, vale a dire 104 mila barili al giorno nel primo caso con la concessione “Val d’Agri” e 50 mila barili al giorno nel secondo con la concessione “Tempa Rossa”, cioè il doppio o quasi rispetto agli 80-85 mila di oggi.
“Naturalmente – ha spiegato il presidente – a noi non manca la visione di ciò che il Memorandum produrrà nei prossimi anni: un programma di sviluppo imperniato su quattro assi strategici come la prevenzione e tutela dell’ambiente e del territorio, l’incremento dell’accessibilità regionale, la creazione di nuova e qualificata occupazione attraverso il rilancio e il consolidamento del terziario avanzato e dell’industria di qualità a partire dalla chimica verde e, infine, un cluster nazionale e internazionale dell’energia, con la creazione del distretto energetico, la formazione energetica avanzata e un piano per una regione energeticamente sostenibile”.
Riferendosi, poi, al tema della card carburanti, Pittella ha aggiunto che “in questi ultimi due mesi abbiamo ottenuto alcuni risultati sicuramente importanti: lo sblocco dei fondi riferiti agli anni 2011 e 2012, a rischio perenzione, l’introduzione di un criterio di equità sociale, con l’assegnazione del beneficio secondo fasce di reddito personale, l’ampliamento della platea dei beneficiari a partire dall’annualità 2013 e il parere favorevole del governo ad una modifica legislativa che esclude dal novero delle regioni beneficiarie della card carburanti quelle aree del Paese in cui operano rigassificatori. In particolare, Veneto e Liguria”. “Naturalmente – ha detto ancora – rimane tutta aperta la ferita della mancata istituzione, con le royalties del 3 per cento della card benzina, di un fondo preordinato rivolto alla coesione sociale, da noi richiesto ed inizialmente inserito nel decreto”.
Infine la questione dei permessi autorizzativi. “Per quanto riguarda le estrazioni in terra ferma, il titolo concessorio unico a firma del Ministero dello sviluppo economico dovrà essere rilasciato d’intesa con la Regione territorialmente interessata. E questo è sicuramente – ha detto Pittella – un dato meritevole di essere sottolineato, perché tiene conto della posizione ferma ed intransigente manifestata dalle Regioni e in particolare dalla Basilicata. Naturalmente questo risultato, per quanto importante, non ci soddisfa”.
Parlando delle delicate relazioni tra Stato e Regioni determinate dallo Sblocca Italia, il presidente ha sottolineato che “non sfugge a nessuno che i contenuti del Decreto anticipano le modifiche del Titolo V della Costituzione. Sono del parere – e lo dirò in Conferenza delle Regioni – che sia opportuno ricondurre in un corretto alveo istituzionale il confronto sulle materie concorrenti, senza sottrarsi da un dibattito serrato in sede di Conferenza Stato Regioni sui temi posti dalla modifica del Titolo V e più complessivamente da una nuova stagione del regionalismo nel nostro Paese. Anche alla luce di queste considerazioni, ho già avuto modo più volte di ribadire che qualora l’azione concertata di Regione e parlamentari non producesse effetti sarebbe gioco forza sollevare l’eccezione di incostituzionalità dinanzi alla Suprema Corte”.
Nel riferirsi, inoltre, al tema del petrolio, che anima il dibattito politico e istituzionale, Pittella ha ribadito che “è una risorsa strategica per il Paese. E come tale ne dobbiamo discutere, salvaguardando l’interesse generale dell’Italia e quello della Basilicata, in un’ottica di compatibilità ambientale e di salvaguardia della salute dei cittadini e dell’ambiente, a partire dalla risorsa idrica. Questo per noi è un tema decisivo e non ci sottrarremo dal mettere in campo tutti i sistemi di controllo che possano dare garanzie sullo stato dell’ambiente e della salute dei cittadini lucani”.
Infine, il tema legato all’utilizzo virtuoso delle royalties, tanto da parte della Regione, quanto da parte dei Comuni: “Credo che vada avviata una seria riflessione, tenendo conto che i proventi dalle estrazioni sono serviti in gran parte (per almeno 100 milioni) a sopperire ai tagli di bilancio effettuati dallo Stato e, per la parte residua, a sostenere Università, Forestazione, Coesione sociale. L’idea intorno alla quale stiamo lavorando, e che ovviamente dovrà essere il frutto di un dibattito specifico in Consiglio regionale, dopo che la Giunta l’avrà meglio articolata e definita, è che le ulteriori entrate provenienti dal più efficiente sfruttamento delle estrazioni autorizzate nel 1998, confluiscano in un Fondo speciale per finanziare interventi in materia di lavoro, coesione sociale e innovazione, partendo da un grande piano di efficientamento energetico e di sostegno alla produzione di energia da fonti rinnovabili”.