Sciolto il consiglio comunale di Surbo per infiltrazioni mafiose
Il Consiglio dei Ministri ha sciolto il Comune di Surbo per infiltrazioni mafiose. Nella riunione di ieri, il Consiglio ha fatto proprie e condiviso le indicazioni del prefetto di Lecce, Claudio Palomba, ritenendo che – a scopo preventivo – ci siano tutte le condizioni per sciogliere l’assemblea consiliare surbina. Una decisione celere, quella del CdM, in considerazione del fatto che il prossimo 10 giugno il paese sarebbe stato chiamato a rinnovare sindaco e Consiglio comunale con nuove elezioni. L’appuntamento elettorale, invece, dovrà slittare all’autunno del 2019. Una volta sciolto, infatti, il Comune dovrà passare nelle mani dei commissari prefettizi per 18 mesi, come prevede la legge.
Nella relazione del prefetto l’attenzione maggiore era sull’affidamento dei lavori, degli appalti e sull’individuazione di imprese di fiducia dell’amministrazione Vincenti, come pure sull’assegnazione dei sussidi alle famiglie. Filoni lungo i quali si è mossa l’indagine amministrativa, dopo l’avvio di quella penale – suddivisa in due tronconi – che coinvolge proprio il Comune e che è condotta dai carabinieri del Nucleo operativo di Lecce e dalla Procura.
Ora, il provvedimento del Consiglio dei ministri passerà al presidente della Repubblica, per il decreto di scioglimento e il sindaco Fabio Vincenti, come avvenuto già a Parabita, potrà decidere se impugnare o meno quel decreto. Nel caso di Parabita, il Tar del Lazio ha accolto le ragioni del sindaco Alfredo Cacciapaglia e annullato lo scioglimento con una sentenza che verrà impugnata dal Viminale al Consiglio di Stato.