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Sciopero pubblico impiego, stamane sit-in e assemblea a Potenza per rivendicare il rinnovo dei contratti nazionali

Con lo sciopero di oggi del pubblico impiego è iniziato un intenso ciclo di mobilitazione sindacale per la Cisl. Dal 2 al 4 dicembre sono in programma tre grandi manifestazioni nazionali a Firenze, Napoli e Milano. La Basilicata sarà presente in forze alla manifestazione di Napoli del 3 con una folta delegazione. Oggi, come detto, hanno incrociato le braccia per l’intera giornata i lavoratori e le lavoratrici di ministeri, enti statali, autonomie locali, scuola, sanità, sicurezza, ricerca e università per rivendicare il rinnovo dei rispettivi contratti nazionali, fermi da sei anni, e per chiedere la ripresa del confronto con il governo per una riforma della pubblica amministrazione che metta al centro il lavoro. Allo sciopero ha aderito anche il sindacato della scuola Snals-Confsal.
In apertura dei lavori dell’assemblea generale del pubblico impiego, che si è tenuta stamane nella sala Inguscio, al termine del sit-in davanti alla sede della Regione Basilicata, il segretario generale della Cisl lucana, Nino Falotico, ha spiegato le ragioni che hanno spinto le categorie del lavoro pubblico della Cisl a proclamare lo sciopero. “Abbiamo lanciato un appello al governo affinché si aprisse un confronto serio sul rinnovo dei contratti e sulla riforma della pubblica amministrazione, ma Renzi ha risposto con uno sberleffo. Non c’era dunque altra strada – ha sottolineato Falotico – se non quella dello sciopero di tutti i comparti pubblici”.
Il segretario della Cisl ha poi condannato la scelta di Cgil e Uil di sfilarsi dalla mobilitazione unitaria iniziata con la manifestazione nazionale dello scorso 8 novembre. “Avremmo preferito che si continuasse in modo unitario con uno sciopero distinto da altri contesti dove le ragioni del pubblico impiego rischiano di essere annacquate nel calderone generale, ma Cgil e Uil hanno preferito imboccare una strada diversa”. Falotico ha poi detto che “non ci sono le ragioni per uno sciopero generale” e che alcuni contenuti della legge di stabilità “vanno nella direzione auspicata dalla Cisl, come il taglio dell’Irap, l’estensione degli ammortizzatori sociali e gli incentivi per l’occupazione”. Il leader della Cisl lucana ha quindi invitato il premier a “distinguere tra sindacato e sindacato”.
Per Giuseppe Bollettino, segretario generale della Cisl Fp, “lo sciopero di oggi è una dimostrazione di coerenza con il percorso fatto insieme alle altre sigle sindacali; scioperiamo per il contratto ma anche per rivendicare con determinazione una riforma della pubblica amministrazione che liberi il paese dagli sprechi della politica”.
Tutto il settore pubblico, è l’accusa risuonata più volte nel corso dell’assemblea, sta pagando pesantement la politica di tagli dei vari governi che si sono succeduti in questi anni. “La scuola dovrebbe essere il motore del paese – ha detto Mario Colangelo della Cisl Scuola – e invece sta perdendo dignità perché mancano le risorse”.
Francesco Faggella, segretario generale della Cisl Università, ha evidenziato i problemi provocati dal blocco del turn-over, mentre il segretario generale della Cisl Medici, Antonio Picierni, ha messo in evidenza i problemi causati nel settore della sanità dalle carenze di organico. “Ormai negli ospedali si lavora senza limiti di orario e poi succedono le cose che sappiamo. Questa è la conseguenza di piante organiche non adeguate”.
Ai lavoratori del pubblico impiego è giunta anche la solidarietà di una delegazione dei lavoratori in mobilità che con il loro gazebo presidiano da mesi la sede della giunta regionale. “Un segnale significativo di solidarietà – ha sottolineato Falotico – a testimonianza del fatto che nella lotta non c’è differenza tra lavoratori pubblici e privati”.

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