Scorie nucleari in Puglia e Basilicata. Sette consigli comunali dicono no
“Le aree del territorio dei Comuni di Matera, Altamura, Gravina, Santeramo, Irsina, Spinazzola e Poggiorsini non si dichiarano disponibili alla localizzazione del deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi e del Parco tecnologico”. E’ uno dei passaggi significativi emersi dall’ordine del giorno approvato giovedì sera nel corso del consiglio comunale congiunto che si è svolto ad Altamura, convocato per evitare il rischio di depositi di scorie nucleari nel territorio.
L’ordine del giorno prevede anche di “Mappare l’intero territorio per prevenire qualsiasi evenienza”. Si è deliberato, inoltre, “Di chiedere alla Regione Puglia e alla Regione Basilicata di dichiarare le aree del territorio regionale e dei Comuni interessati non disponibili alla localizzazione del deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolod efinitivo dei rifiuti radioattivi e del Parco tecnologico; di comunicare la presente delibera al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministero dell’Ambiente, al Ministero dello Sviluppo economico, al Governatore della Regione Puglia e della Regione Basilicata, ai presidenti dei Consigli regionali di Puglia e Basilicata”.
Numerosi gli interventi che si sono susseguiti nel corso della seduta, a cominciare dai sindaci dei rispettivi comuni e proseguendo con esponenti regionali (l’assessore all’Agricoltura Luca Braia) parlamentari (tra cui l’on. Cosimo Latronico e il senatore Vito Petrocelli) che hanno ribadito la necessità di tutelare aree nelle quali le caratteristiche ambientali e geomorfologiche impongono forme di difesa tali da evitare qualsiasi ipotesi legata all’individuazione di un sito per le scorie.
“L’alleanza che confermiamo oggi, nasce attraverso la mobilitazione e il coinvolgimento delle coscienze di uomini e donne. La candidatura della nostra città a capitale europea della cultura nel 2019 era sembrata una provocazione – ha spiegato il sindaco Raffaello de Ruggieri nel suo intervento – la debolezza storica di una città meridionale sembrava abituale. In quel caso ci saremmo confrontati con il Gotha delle città italiane. Eppure attraverso la mobilitazione e il coinvolgimento della comunità ce l’abbiamo fatta. Quel modello di alleanze istituzionali e comunitarie ha funzionato, esattamente come accade stasera perché io dico che come ce l’ha fatta Matera e poi Scanzano, così ce la farà anche la Murgia”.
Aprendo la seduta il presidente del consiglio comunale Angelo Tortorelli aveva ripercorso la storia che aveva condotto alla protesta storica di Scanzano, illustrando un documento sottoscritto da tutti i componenti del consiglio comunale: “Sono passati 12 anni – ha sottolineato – da quando la Basilicata fu oggetto dell’interesse per lo stoccaggio di scorie nucleari”. La vicenda, ha ricordato ancora, cominciò il 13 novembre 2003 quando fu emenato il decreto che fissava disposizioni urgenti sui rifiuti nucleari, circa 80 mila metri cubi di materiali di terza e seconda categoria. “ Il 14 novembre circa 500 persone organizzarono un sit in permanente nel municipio di Scanzano – ha aggiunto nel suo ricordo il presidente del consiglio comunale, sottolineando che – in quella protesta, contro la scelta di Scanzano jonico, ci fu anche un motivo etico.
Oggi – ha aggiunto – con la forza che ci conferisce il titolo di Capitale europea della cultura del 2019, vogliamo rappresentare non solo Matera, la Basilicata, ma tutto il Mezzogiorno. Economie come le nostre, basate anche sul turismo e sull’agroalimentare non possono essere irrimediabilmente compromesse. Sarebbe auspicabile, come sostiene la Commissione parlamentare d’inchiesta, realizzare un deposito unico nazionale che accolga solo scorie di bassa e media radioattività. Quelle ad alta radiottività – ha concluso il presidente – devono essere accolte in un deposito internazionale”.