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Screening oncologici in Puglia, l’Asl di Bari fa chiarezza

In merito alle dichiarazioni diffuse dai consiglieri regionali di Azione sui dati degli screening oncologici in Puglia e le presunte “violazioni di legge e di morte”, la ASL di Bari ritiene doveroso precisare – per la parte di propria competenza – che si tratta di “false informazioni che danno una visione distorta della realtà”.

 

Il primo aspetto riguarda un errore di calcolo: il 100 per cento della estensione degli inviti allo screening si può raggiungere soltanto a fine anno, e non nel mese di ottobre come erroneamente dichiarato. Ad oggi l’estensione per lo screening del colon retto in ASL Bari è all’80% e quella per lo screening della cervice uterina al 97%: questo significa che, in proiezione, a fine anno 2023, si raggiungerà sicuramente il 100%.

Negarlo equivale a dire – per fare un esempio pratico – che un treno atteso per le 10 a Bari è in ritardo perché alle 9 e 30 è ancora puntualmente a Monopoli.

 

Nel merito dei dati, inoltre, lo screening mammografico ad oggi ha raggiunto il 68% delle donne della popolazione bersaglio. Ma anche in questo caso il dato non può essere considerato definitivo in quanto bisogna attendere fine dicembre come per gli altri screening. Inoltre dalla popolazione bersaglio, per ottenere l’estensione effettiva, è necessario escludere le donne operate al seno, le pazienti con mutazione genetica (che sono escluse dal percorso screening) e le sospensioni, ossia donne in fascia screening che hanno prenotato la mammografia in altri centri (Policlinico, Oncologico e centri privati accreditati). Nel complesso si tratta di circa 10mila donne che, a fine anno, andranno sottratte dalla popolazione bersaglio di età compresa fra i 50 e i 69 anni.

 

Per la ASL di Bari è doveroso smentire le dichiarazioni riportate soprattutto per il rispetto nei confronti di tutte le operatrici e di tutti gli operatori che stanno lavorando incessantemente e con passione raggiungendo gli ottimi risultati registrati finora

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