Screening tumore colon retto, l’Ospedale di Monopoli entra a far parte della rete aziendale dedicata ai programmi di prevenzione
Si amplia la rete ASL dello Screening dedicato alla prevenzione del tumore colon retto. Oltre al Di Venere, al San Paolo e all’Ospedale della Murgia, è l’Ospedale San Giacomo di Monopoli a rientrare nei centri screening aziendali e a garantire, quindi, le colonscopie, esami di secondo livello nell’ambito del programma di prevenzione gratuito destinato a uomini e donne di età compresa fra i 50 e i 69 anni.
“Con il potenziamento dello Screening anche a Monopoli – spiega il dottor Alessandro Azzarone, Responsabile della U.O.S.V.D. Screening CCR Endoscopia Digestiva (SCRED) ASL – siamo in grado di ampliare l’offerta assistenziale per una area molto vasta della nostra provincia. Questo significa – aggiunge –che gli esami di secondo livello come approfondimento del test di primo livello sono eseguibili anche dall’ Endoscopia digestiva del presidio ospedaliero nel sud est barese”.
L’attivazione di Monopoli segna un passo decisivo nel consolidamento del progetto Screening che ha determinato per la ASL di Bari una crescita notevole nella capacità di estendere gli inviti alla popolazione target. Stando all’ultimo report del Dipartimento di prevenzione, fino al 31 dicembre 2022, sono stati generati 94.663 inviti con una percentuale di estensione su popolazione bersaglio pari al 52,72 pe cento, a fronte dei 56mila del 2021 e del 31 per cento di estensione. Numeri destinati a crescere anche nel corso del 2023, in cui l’obiettivo da raggiungere per l’estensione è del 100 per cento.
L’Ospedale Di Venere è l’hub di riferimento per lo Screening del tumore colon retto, con un volume di attività pari a 863 colonscopie eseguite nel corso del 2022, e una media mensile che nell’ultimo semestre, è di circa 100 esami.
Il tumore del colon retto è il terzo tumore più frequentemente diagnosticato negli uomini e il secondo nelle donne. Colpisce indifferentemente entrambi ed è considerato in Italia così come in Puglia la seconda causa di morte per neoplasia dopo il tumore al polmone negli uomini e quello della mammella nelle donne.
Lo sviluppo di un tumore del colon retto è quasi sempre preceduto dalla comparsa di lesioni benigne dell’intestino che, se opportunamente rimosse, impediscono lo svilupparsi della neoplasia maligna. Molto spesso il tumore non dà alcun disturbo per anni. Uno dei segni precoci della presenza di un polipo o di un tumore del colon retto, anche nelle sue prime fasi di sviluppo, è il sanguinamento non visibile ad occhio nudo.
Il programma di screening ha l’obiettivo di favorire la diagnosi precoce di lesioni pretumorali o di tumori per ridurre la mortalità e nel contempo accrescere le possibilità di cura e guarigione. Lo screening per la prevenzione del tumore del colon retto si rivolge a tutte le donne e a tutti gli uomini dai 50 ai 69 anni e prevede l’esecuzione, ogni due anni, di un test per la ricerca di sangue occulto nelle feci. Il materiale necessario per il test (“il kit”) può essere ritirato nella farmacia più vicina. Se il test è negativo, il risultato viene inviato a casa. Se il test è positivo, la ASL invita ad eseguire esami di approfondimento. Un test positivo non indica necessariamente la presenza di un tumore o di una lesione pretumorale, ma suggerisce fortemente l’esecuzione di un esame di secondo livello quale la colonscopia.
La colonscopia può essere eseguita in regime ambulatoriale, in sedazione cosciente previa adeguata preparazione. L’esame endoscopico ha la possibilità di fare diagnosi accurata e, contestualmente, asportare, ove presenti, quelle lesioni precancerose (polipi ed adenomi) che, se lasciate in sede, potrebbero dare origine al cancro.
Dalla colonscopia, pertanto, si possono trarre enormi vantaggi che vanno dalla diagnosi precoce con possibilità di effettuare adeguate terapie il cui successo è direttamente proporzionato alla precocità della diagnosi o perfino di impedire lo sviluppo del tumore stesso.