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Scuola, nuove regole, in Puglia vecchi problemi

Da lunedì entrano in vigore le nuove disposizioni del governo sui tempi delle quarantene. Un passo in avanti per alleggerire chi vive e lavora nella scuola.  Le carenze strutturali, invece, rimangono le stesse dopo due anni di pandemia che imponevano un significativo cambio di passo.

DOPO aver fatto nulla per creare aule meno affollate, DOPO aver ignorato le richieste per implementare il trasporto pubblico locale, DOPO aver ostacolato in ogni modo il ritorno in classe dei ragazz* e dei bambin* pugliesi lasciando a se stessi dirigenti e genitori, DOPO aver lacerato i gruppi classe con le quarantene selettive per student* non vaccinati (confermate con l’ultimo decreto) indegne per un paese civile, è ora di dire basta, perché la misura è colma.

 

In Puglia non possono continuare a rimanere in vigore alcune raccomandazioni insensate delle ASL, generate da protocolli inutilmente rigide dell’assessorato alla salute, i cui effetti continuano a riversarsi inesorabilmente sui bambini e le bambine.

Per tutto dicembre (2021) e gennaio intere classi con un solo caso positivo sono finite in quarantena per 10 giorni con l’utilizzo spropositato della didattica a distanza ormai dichiarata fonte di “disuguaglianze”! A centinaia di bambini e bambine viene sottratta la mensa, che per molti è l’unica possibilità di accedere ad un pasto completo durante la giornata. Il tutto avviene “grazie” a raccomandazioni generiche del governo regionale, non vincolanti e contrarie alla scuola in presenza, fatte proprie da dirigenti scolastici che utilizzano il criterio dell’emergenzialità invece di garantire continuità e serenità nella comunità scolastica. Si tratta di atti emanati dalla Regione Puglia, che vengono utilizzate dalla ASL per continuare a fare della scuola e di tutta la sua comunità l’agnello sacrificale di una crisi sempre più sociale e psicologica, riversata sui più giovani.

 

La Regione Puglia ha fatto rientrare dalla finestra quanto, grazie anche alle mobilitazioni dei mesi precedenti, non era entrato dalla porta. Attraverso cavilli contenuti in atti regionali generici, si svuotano di fatto le classi, ripristinando la didattica a distanza come normalità piuttosto che come strumento da utilizzare solo ed esclusivamente in caso di emergenza. Tali atti sono anche illegittimi nella misura in cui contrastano con i decreti e le note ministeriali che prevedono l’assoluta priorità per la scuola in presenza!

Denunciamo tutto questo e chiediamo alla Regione Puglia di intervenire affinché siano immediatamente ritirati atti che raccomandano quarantene preventive in contrasto con la normativa nazionale, alla luce anche e soprattutto delle nuove misure governative che entreranno in vigore lunedì 07 febbraio prossimo. Chiediamo inoltre al direttore dell’USR di rivedere i parametri per la formazione delle nuove classi prime per iniziare – sia pure con enorme ritardo – ad intervenire sui problemi strutturali della scuola, a partire dalle cosiddette classi pollaio, che la pandemia ha solo mostrato in tutta la loro drammatica evidenza. 

 

Martedì 8 febbraio chiediamo al direttore dell’USR di ricevere una delegazione di PRIORITA’ ALLA SCUOLA PUGLIA nell’ambito di una giornata di mobilitazione nazionale indetta da Priorità alla scuola. Presenteremo i punti programmatici per una scuola in presenza per tutt* e senza interruzioni, a tutela di studentesse e studenti.

Priorità alla scuola – Puglia

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