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Scuola, si va verso il green pass obbligatorio

Da ieri l’adozione del “Green pass”, il certificato verde introdotto come misura di prevenzione in tema di salute pubblica, è stata ufficializzata dal Consiglio dei Ministri che ha inteso renderlo obbligatorio per insegnanti e personale scolastico (ma non per gli studenti).  A tal riguardo, tuttavia, senza voler mettere in discussione l’adozione di una misura che ricade sotto la piena responsabilità del governo, non si può sorvolare su una serie di dati che inducono a ulteriori riflessioni.

Innanzitutto va palesata l’alta copertura del personale scolastico che risulta già vaccinato oltre l’85% a livello nazionale e addirittura oltre il 90% a livello regionale. Nonostante dati di copertura così elevati, l’introduzione del green pass obbligatorio non rappresenta affatto una misura sufficiente da sola a garantire il definitivo ritorno alla didattica in presenza e in condizioni di totale sicurezza.

Infatti, anche se gli studenti collocati nella fascia 12/19 anni risultano oggi vaccinati in misura pari al 17% a livello nazionale (20% a livello regionale), non viene affatto eluso il pericolo di contagio tra alunne e alunni perché il green pass non solo non è obbligatorio nella fascia 12/19 anni, ma è fondamentale ricordare che per la fascia 3/12 anni non esiste autorizzazione alcuna alla somministrazione di vaccini anticovid. Da questi dati appare evidente che in Puglia, su una popolazione complessiva di 560.000 studenti, quand’anche tutti gli studenti della fascia 12/19 anni fossero vaccinati, la metà circa della popolazione scolastica non potrebbe comunque essere vaccinata!

Quali provvedimenti servono, allora, per un ritorno alla didattica in presenza?

Servono, con urgenza, misure atte alla riduzione del numero di alunni per classe, la disponibilità di organico aggiuntivo COVID –  già previsto nell’anno scolastico 2020/2021 –    per sdoppiare le classi, la disponibilità di edifici e spazi scolastici per assicurare il distanziamento, un sistema di trasporti dedicato – il Green Pass obbligatorio non è previsto per i pendolari e, soprattutto, serve l’avvio di procedure di tracciamento a partire dagli alunni del primo ciclo, procedure su cui la regione Puglia è in forte e colpevole ritardo per il mancato avvio del sistema del T.O.S.S. (Team di Operatori Sanitari Scolastici Covid-19).

Ricordiamo infatti che, con deliberazione N. 131 del 27 gennaio 2021 la Regione puglia ha approvato il “Piano per gli indirizzi operativi per la riapertura in sicurezza delle scuole”, che prevede l’assegnazione a ciascuna delle 635 scuole pugliesi (organizzate, ricordiamolo, in 2.645 punti di erogazione del servizio) di 355 operatori sanitari a livello regionale in misura di 1 operatore ogni 1.500 alunni (in pratica un operatore sanitario ogni due scuole) e che avrà diversi compiti fondamentali in termini di sicurezza quali l’attuazione e il monitoraggio di tutte le attività di screening, itracciamento e identificazione dei contatti stretti, il monitoraggio dell’andamento dei contagi.

I 355 operatori sanitari sono certamente insufficienti per coprire tutti i 2.645 punti di erogazione del servizio scolastico pubblico, ma rappresentano un altro importante tassello per scongiurare il ritorno alla DAD o, peggio ancora, alla didattica alla scelta dalle famiglie.

Ecco perché, al di là delle polemiche sull’introduzione del green pass obbligatorio, riteniamo che la strada per il ritorno alla “didattica in presenza e in sicurezza” sia ancora irta di ostacoli e richieda tempestività di interventi a tutti i livelli politico/istituzionali. Al governo spetta il compito di trovare risorse per l’organico aggiuntivo, la riduzione/abbattimento dei costi dei tamponi utilizzati nel sistema scolastico e il trasporto scolastico dedicato; alla regione il compito di dare esecuzione urgente alla delibera sull’introduzione del TO.S.S. e di coordinare il sistema del trasporto scolastico regionale.

Claudio Menga, S.G. FLC CGIL Puglia 

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