CronacaPuglia

Sequestrate nel Barese 3,5 tonnellate di cagliata estera

I Carabinieri del Nas di Bari, nell’ambito di una serie di controlli mirati disposti in tutta Italia dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute su latte e derivati, hanno sequestrato 3 tonnellate e mezzo di cagliata in un’azienda casearia della Murgia barese. I prodotti erano di provenienza estera (tedesca e irlandese), in pessimo stato di conservazione e privi delle specifiche di legge. I controlli sono partiti dopo un’analisi dei prezzi di vendita al dettaglio, ritenuti non compatibili con i costi della materia prima e della gestione del caseificio, e hanno così impedito l’immissione in commercio di prodotti caseari potenzialmente pericolosi per la salute del consumatore, per un valore di circa 90 mila euro. Il titolare dell’attività, un cittadino barese di 59 anni, è stato denunciato all’autorità giudiziaria per aver detenuto alimenti in cattivo stato di conservazione.
Sul tema è intervenuto Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Puglia: “Bisogna estendere l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte a lunga conservazione (Uht), di latticini e formaggi, per combattere le frodi, garantendo la trasparenza sulla qualità dei prodotti in vendita e consentendo ai consumatori scelte di acquisto consapevoli”, ha detto.
Coldiretti ricorda che la mozzarella e il fior di latte sono i formaggi più acquistati dai pugliesi e per questo sono i più esposti a frodi e sofisticazioni. “In Puglia – riferisce Cantele – a fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte bovino, le importazioni di latte dall’estero raggiungono i 2,7 milioni di quintali e i 35 mila quintali di prodotti semi-lavorati quali cagliate, caseine, caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattiero-caseari che vengono, poi, ‘manipolati’ e trasformati in prodotti lattiero-caseari ‘made in Puglia’. Per questo in soli dieci anni hanno chiuso circa 3.800 stalle, una agonia veloce e drammatica degli allevamenti, con un crollo pari ad oltre il 58% del patrimonio zootecnico pugliese. La straordinaria azione di controllo delle forze dell’ordine non basta più. Deve essere accompagnata da misure strutturali”.

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