Sequestrati 1800 visoni al porto di Bari
Un carico di 1800 visoni chiusi in gabbie accatastate l’una sull’altra, senza avere la possibilità di muoversi, animali costretti a defecare e urinare addosso a quelli posti nelle gabbie inferiori. E’ il quadro agghiacciante che il personale della Lega Antivivisezione (Lav) e dell’associazione tedesca Animals’ Angels hanno avuto durante un controllo dei trasporti di animali (ad uso alimentare) fatto in collaborazione con la Polizia Stradale di Bari. Gli agenti hanno imposto il fermo amministrativo degli animali, anche perché il trasporto avveniva senza certificazioni sanitarie, e hanno contestato al trasportatore sanzioni amministrative per un importo complessivo di 9000 euro. A conclusione delle operazioni di controllo, i visoni sono stati temporaneamente trasferiti nella stalla di sosta di Bitritto (Bari). Per il soccorso agli animali sono intervenuti anche personale del Servizio Veterinario Asl di Bari e dell’Ufficio Veterinario per gli adempimenti degli obblighi comunitari.
Il carico di visoni proveniva dall’Olanda ed era in sosta nel porto di Bari in attesa dell’imbarco per la Grecia, insieme con altri mezzi che trasportavano animali. Durante il viaggio, cominciato il 21 novembre, agli animali non era stato dato cibo. Il trasporto dei visoni avveniva, stando agli accertamenti degli agenti della Polstrada, anche in violazione delle disposizioni del Regolamento (CE) 1/2005 sulla protezione degli animali durante il trasporto e senza una specifica autorizzazione per il trasporto dei visoni. Gli animali – 1750 femmine e 50 maschi – sono animali ‘riproduttori’, probabilmente provenienti da un allevamento olandese in dismissione e diretti verso uno greco, per un valore indicativo superiore ai 100.000 euro
“Questi visoni sono solo l’esempio di quanto avviene a decine di milioni di animali uccisi ogni anno per le loro pellicce. E’ la cruda realtà che il tanto blasonato mondo della moda propone – ha dichiarato Simone Pavesi, Responsabile LAV, Campagne Pellicce – Dopo le atroci immagini della cattura e uccisione di animali in natura, diffuse nei giorni scorsi dalla LAV, questa vicenda dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, lo scarso interesse e il mancato rispetto della vita di questi animali. E chi acquista pellicce, o prodotti con piccoli inserti in pelliccia, ne è complice».