Si rilancia il sogno di ‘zona franca’ in Val d’Agri-Sauro
Le dichiarazioni del vice presidente vicario del Parlamento europeo Gianni Pittella a commento dell’ennesima pagella negativa per la vita delle famiglie lucane (il Rapporto Svimez) con la proposta dell’istituzione al Sud delle Zone economiche speciali per favorire la ripresa dell’ economia, il lavoro e il benessere sociale, rilanciano il nostro “sogno” di Zona franca (o speciale) per i comprensori petroliferi della Val d’Agri e del Sauro. Sia chiaro però che non si tratta di quel pateracchio di Zona a burocrazia zero che in Basilicata riguarda l’area industriale di Matera e che si è rivelata una bufala perché non ha dato alcun risultato (come nel resto del Paese). La Zona franca che intendiamo noi del Csail dagli anni settanta è tutt’altra cosa perché deve contenere tutti i benefici anche di natura fiscale, altrimenti non riusciamo a capire per quali motivi gruppi o singoli industriali dovrebbero pensare di venire a produrre in Val d’Agri. E non si sottovaluti che tra gli elementi che appesantiscono il fattore competitività dell’industria italiana ci sono propri i costi aziendali con al primo posto energia ed acqua a cui si aggiunge la carenza infrastrutturale che rende più alta la spesa per il trasporto merci e prodotti. Dunque di questo si dovrebbe discutere domani a Roma con il Ministro Zanonato perché non può essere qualche percentuale in più di royalties a risolverci i problemi. Solo attraverso distretti con un regime no tax e burocrazia zero, come sostiene l’europarlamentare Pittella, e aggiungiamo con costi energetici e dell’acqua più bassi, agevolazioni fiscali, possiamo sperare di attrarre capitali nazionali ed esteri, arrestando cosi’ il processo di desertificazione industriale denunciato oggi dalla Svimez. Nelle parole del vice presidente del P.E. cogliamo una grande novità perché sinora si è sostenuto come rifiuto alla nostra proposta-progetto un presunto orientamento contrario proprio da parte del P.E. Nell’area Val d’Agri-Sauro ci sono le stesse condizioni che si sono verificate in Francia per realizzare un’ area franca. Ci sono soprattutto gli indicatori economici legati alla disoccupazione, allo spopolamento e aggregando una decina di comuni si raggiunge la soglia demografica richiesta. A questo punto, mettendo da parte le divisioni politiche, gli esponenti lucani di Governo (i sottosegretari) e i parlamentari della nostra regione, di intesa con il nuovo Governatore e la nuova Giunta Regionale devono battersi perchè si possa raggiungere un’antica e legittima aspirazione e soprattutto per scongiurare il rischio che le ZFU siano individuate solo nei quartieri degradati di Napoli, come alcuni rappresentanti campani di Governo vorrebbero fare.
Per il comprensorio del petrolio è questo uno strumento efficace di contrasto alla povertà che continua a coinvolgere sempre più famiglie e che l’ “oro nero” non ha spezzato.
Filippo Massaro – Csail Indignati Lucani