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Siglato il nuovo contratto integrativo di gruppo alla Ferrero

È stato siglato nella tarda serata di ieri a Cuneo il rinnovo del contratto integrativo del gruppo Ferrero riferito al triennio 2011-2013. In Basilicata i lavoratori interessati al nuovo contratto, che fanno capo allo stabilimento di Balvano, sono 380 tra fissi (280) e stagionali (100). Azienda e sindacati hanno concordato un premio di produzione massimo nel triennio di 5.625 euro lordi con un incremento del 22 per cento rispetto al vecchio contratto. L’accordo, che passerà ora al vaglio dei circa 6 mila dipendenti del gruppo piemontese, prevede, tra le altre cose, particolari agevolazioni per le famiglie, come contributi per l’iscrizione degli figli dei dipendenti all’università, la possibilità, sempre per i figli, di effettuare stage negli stabilimenti all’estero della Ferrero o di trascorre un periodo di vacanza in colonia, sconti per l’acquisto di beni e servizi in alcune catene commerciali. L’accordo stabilisce inoltre 26 ore di permessi retribuiti per l’accompagnamento dei minori fino a 14 anni a visite mediche specialistiche.

Novità anche per quanto riguarda le professionalità con un nuovo meccanismo di certificazione delle competenze che sarà esteso all’intera platea dei dipendenti Ferrero. Nell’intesa l’azienda ha confermato la prossima attivazione di un nuovo ciclo di investimenti per l’ammodernamento delle linee di produzione con l’obiettivo di incrementare la produttività e la competitività degli stabilimenti.

Soddisfazione è stata espressa dai segretari generali di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil di Basilicata, Antonio Lapadula, Vincenzo Esposito e Gerardo Nardiello che parlano “di accordo positivo sia per la parte economica che per la parte normativa”. I tre dirigenti sindacali evidenziano che “l’accordo è stato chiuso senza conflitto e in perfetta coincidenza con la scadenza del vecchio contratto integrativo a dimostrazione del fatto che dove c’è un proficuo e produttivo clima di cooperazione tra azienda e sindacati si riescono a ottenere risultati positivi per tutti. Questo accordo dimostra inoltre che con la contrattazione di secondo livello si tutela il potere di acquisto dei lavoratori e si premia chi lavora di più e meglio. Il nostro auspicio – concludono Lapadula, Esposito e Nardiello – è che questo modello di relazioni industriali possa diffondersi anche in altre piccole e medie realtà del settore alimentare”.

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