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Il sindaco De Ruggieri al capo dello Stato Mattarella a Matera: “Diventi amico civile di questa città”

“Grazie per essere qui a Matera, da Lei onorata della Medaglia d’oro al Merito civile, una città che vive la funzione millenaria di una vicenda umana unica e universale”. Così il sindaco Raffaello De Ruggieri ha salutato oggi all’Auditorium,  il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in città per partecipare alla cerimonia di inaugurazione della cattedra “Jacques Maritain”.

“Una  città immersa – ha proseguito – in una interminabile continuità di vita segnata dall’abitare perenne, dall’abitare ruprestre, dall’abitare solidale , dall’abitare sicuro, dall’abitare creativo.

Una comunità che, attraverso una ragigunta consapevolezza collettiva, ha compreso che i suoi Sassi non rappresentavano la vergogna miserabile della città, ma la sua insostituibile indentità.

E’ stato un lungo cammino di ritrovata confidenza con la città, tradotto in orgoglio di appartenenza, in autostima, in responsabile adesione alla “polis”. Con tale protagonismo di popolo, nel 2019, Matera si appresta a rappresentare, in Europa, l’Italia. L’ambizione che ci anima – ha precisato inoltre il sindaco – è di capitalizzare la costruita vittoria in opportunità di stabile sviluppo, nel rispetto del principio eretico che oggi la città deve programmare ciò che serve, non già ciò che manca. Con questo spirito vogliamo costruire il modello di un MezzogIorno che funziona, che esprime capacità di azione in grado di sconfiggere sterili lamentazioni, passivi fatalismi, colpevoli inerzie, comodi vittimismi. In questo scenario l’isolamento ferroviario e viario di Matera rappresenta lo storico vincolo per lo sviluppo, su cui va posta la concreta attenzione dello Stato repubblicano. Ma ciò che veramente serve a Matera e al Mezzogiorno è il lavoro. Siamo stanchi di contare il numero infinito di giovani che sfiduciati abbandonano il territorio meridionale. Ma  il lavoro non si inventa, è figlio della crescita economica e della produttività di un territorio.

Nel 2019 potremo garantire a Matera qualità urbana e qualità culturale, ma se non allunghiamo le filiere produttive primarie, secondarie e terziarie, non avvieremo le necessarIe politiche attive del lavoro. Il turismo non basta. In un luogo magnetico, dove l’ispirazione creativa trova spazi e tempi per nascere e per esprimersi, la cultura può essere un propellente per innalzare i livelli della conoscenza e per attivare aree di produzione, di diffusione e di scambio. Ma anche questo non basta.

Siamo consapEvoli – ha aggiunto ancora – che il nodo centrale della rivoluzione culturale di oggi, è la capacità di un territorio di produrre scienza. Viviamo un’epoca nella quale non soltanto l’orizzonte esistenziale dell’uomo sarà sconvolto, ma le strutture stesse della società civile saranno destinate a subire una svolta radicale. Il destino del Paese è affidato alla nostra capacità di cogliere l’imponenza di tale mutamento in atto, percorrendo le vie che conducono sul binario della rivoluzione scientifica e tecnologica mondiale. E’ la sfida che attende l’Italia e l’Europa. Possiamo, per una volta, partire anche dal Mezzogiorno e da Matera?

Perché Matera?

Perché una città-simbolo, perché da capitale del mondo contadino è riuscita a diventare Capitale europea della Cultura, perché esprime il modello di un meridionalismo vincente, per tale reputazione, il Centro Maritain ha scelto Matera per lanciare l’istituzione della sua prima cattedra in Italia. Stiamo lavorando per raggiungere tali obiettivi attraverso azioni mirate perché la cvittò diventata attraente, sia anche attrattiva e competitiva. Oltre a produrre cultura, Matera dovrà produrre scienza per se’, per la Basilicata, per il Mezzogiorno, per l’Italia. Una città dove la ricerca e l’innovazione vivano in una atmosfera di ordinari cortocircuiti creativi.

Non è utopia, è preveggenza.

Stiamo lavorando per trasformare i vicinati contadini in vicinati digitali; per trasformare un fervido convento di Riformati, in una hub di imprese innovative; per servire l’intera città di banda ultralarga a 1 Giga bps; per capitalizzare la scelta di Matera a centro internazionale per la ricerca e l’innovazione tecnologica della nuova generazione della telefonia 5G, per rafforzare la Scuola di Alta Formazione dell’Istituto Superiore della Conservazione e il Restauro con la costituzione di un centro destinato a diffondere le nuove metodologie e le nuove tecnologie nel campo della conservazione del patrimonio culturale, per attivare la piattaforma logistica di una economica speciale  dove ospitare imprese  hi-tech. Non è un’aspirazione, ma una esigenza morale per contenere la dilagante emigrazione delle eneregie giovanili e professionali del sud. Recuperiamo tutti, questo ruolo di apostoli del futuro, ripercorrendo qui a Matera, le orme di Adriano Olivetti che negli anni ’50 comprese, prima di altri, il valore profetico di questa città, tracciandone il ruolo e realizzando i sentieri della sua inevitabile ascesa. Come potrà considerare, signor Presidente, tutto torna.

Jacques Maritain, non è un meteorite che atterra oggi sulla città. La vicenda olivettiana è impregnata dell’etica spiritualistica del filosofo francesem perché anche Olivetti volle portare al centro dell’attenzione politica i rapporti fra la persona e le comunità differenziata in cui si asprime la società umana. Contro la società polverizzata fu comune l’idea di una società personalistica, l’unica a offrire garanzie di un nuovo Stato, sulla base di un ideale comunitario capace di realizzare la futura società volta alla valorizzazione della persona e del bene comune. Ma il punto più solenne di questa comunione fu la collocazione della cultura quale elemento spirituale integrativo e quale ampliamento della capacità individuale. Torna, quindi, la cultura come collante sociale del buon governo e l’amicizia aristotelica, l’amicizia civile come base di una buona politica. E non poteva che essere la cultura  – ha concluso il sindaco – a timbrare le conclusioni di questo mio meditato e affettuoso saluto con cui ho tracciato la visione di futuro di questa città. Diventi, come ci ha insegnato Jacques Maritain, amico civile di questa città, perché possa trasferire un disegno così rivoluzionari. Se qui, a Matera, nel profondo sud  non facciamo questo, che senso ha essere Capitale Europea della Cultura?”

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