Il sindaco di Nardò chiede ad Acquedotto Pugliese di cancellare i debiti dei morosi delle case popolari
Il sindaco di Nardò Pippi Mellone ha chiesto formalmente ad Acquedotto Pugliese di azzerare i debiti dei morosi delle case popolari, nella stragrande maggioranza dei casi cittadini svantaggiati e con entrate finanziarie scarse o inesistenti. La richiesta è contenuta in una missiva inviata al presidente del consiglio di amministrazione di Acquedotto Pugliese s.p.a., Simeone Di Cagno Abbrescia, e per conoscenza al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.
“Non parliamo di furbi, ma di persone povere o sul filo della povertà. Per questo, questi debiti sono sostanzialmente inesigibili. Del tutto simili ai debiti impagabili di tanti Stati africani nei confronti dei più ricchi stati d’Europa. Cancellare questi debiti della povera gente nei confronti di AQP e formulare una tariffa particolare per le famiglie più povere, sarebbe un atto di giustizia. – spiega Mellone – D’altronde anche le rateizzazioni concesse e spesso disattese tracciano un quadro desolante: la capacità di rimborso di queste famiglie è di poche centinaia di euro a fronte di decine di migliaia di euro di debiti. Non intervenire significa lasciare queste famiglie sotto la scure del debito perpetuo, della minaccia continua, della chiusura improvvisa dei rubinetti che, anche in questo caso, pesa ancora di più sui più deboli. Così avviene che l’acqua, diritto e bene comune, diventa un bene inarrivabile. Anche per colpa di un sistema di pagamento con “tariffa”, che ha reso l’acqua una merce, un prodotto da pagare in relazione alla quantità consumata, con l’effetto di far pagare più a una famiglia numerosa e povera che a un ricco manager alla guida di qualche istituto finanziario”.
L’invito del primo cittadino di Nardò ai vertici di Acquedotto Pugliese è quello di farsi parte attiva in modo da sottoscrivere una “pace dell’acqua” con la povera gente. “È urgente – chiude – azzerare completamente i debiti di queste persone e rilanciare un sistema di pagamento più equo. Cancelliamo i debiti degli ultimi”.