CronacaPuglia

Sit-in di protesta degli operatori delle pulizie delle scuole di Lecce

E’ ricominciato lo stato d’agitazione dei 1200 precari della scuola, tutti operatori di pulizia degli istituti scolastici dell’intera provincia leccese, la cui posizione è appesa al filo della riforma del ministro dell’Istruzione pubblica, Gelmini. Nello specifico, è la direttiva del Miur numero 103 a preoccupare questi lavoratori, ex Lsu, a un passo dal licenziamento: la circolare ministeriale che pone un termine al rinnovo degli appalti nelle scuole nella data di fine giugno, potrà facilmente lasciare a casa buona parte del personale che a Lecce, come in tutta Italia, svolgeva funzioni di primaria importanza per l’igiene e la salute pubblica degli studenti per conto delle ditte esterne. Ed è proprio il ministro Gelmini, il bersaglio della protesta che si è consumata in mattinata sotto gli uffici della Prefettura del capoluogo: dopo il sit-in, in attesa dell’incontro tra i sindacati e il prefetto, Mario Tafaro, i lavoratori esasperati si sono riversati in strada, causando l’ennesimo blocco del traffico nella centralissima via XXV Luglio.

“Questi tagli alla scuola pubblica sono inaccettabili e il ministro, anziché rinnovare gli appalti che sono la condizione essenziale del nostro lavoro, ha preferito scardinare il sistema per lasciare ad ogni singolo istituto la facoltà di adempiere al servizio con il proprio personale interno – spiega un manifestante – questo provocherà situazioni di grande tensione sociale, perché sono troppe le famiglie interessate che stanno subendo il pignoramento delle case”. La situazione, infatti, si è pian piano aggravata per i dipendenti di Euroservizi e Gruppo Intini: i primi, che servivano la zona di Nardò e Galatone, lamentavano 6 mensilità arretrate sullo stipendio. Gli altri, acconto dopo acconto, non sono riusciti a metterne insieme quattro.

“I lavoratori di Nardò hanno ricevuto il saldo mancante, ma solo per ordine del giudice – spiega Valentina Fragassi della Filcams Cgil – mentre il gruppo Intini farà un passaggio d’appalto e noi già domani, saremo pronti a chiedere che tutto il personale venga assorbito nel nuovo Consorzio, così come previsto dal contratto”.

Ma a giudicare dall’animosità della protesta, si preannuncia una nuova stagione di disordini sociali: i 1200 salentini difficilmente getteranno la spugna senza risposte adeguate. “Il ministro Gelmini continua a definire tutte queste persone degli sprechi – continua la sindacalista – vogliamo quindi capire quale sia la posizione politica del Governo, se esiste un progetto d’investimento negli appalti perché mille e 200 famiglie non si possono lasciare a casa, così”. Senza contare i disagi per gli studenti e per quegli istituti che già in tempi non sospetti, avevano cominciato a richiedere un contributo alle famiglie per l’acquisto della carta igienica e su cui, ben presto, graverà il costo insostenibile dell’intero servizio di pulizia

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