Sostegno al reddito: oltre alla crisi la beffa
Dalla Legge di stabilità arriva un’ulteriore delusione per migliaia di lavoratori. La drammatica crisi, che il nostro territorio sta attraversando dal 2009, è stata combattuta attraverso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali.
I lavoratori, grazie all’introduzione in particolar modo dei Contratti di Solidarietà (a Taranto vedi Ilva e non solo), sono riusciti a fronteggiare il difficile momento.
Dal 1° gennaio 2014, però, le buste paga di coloro i quali sono collocati in Cds sono più leggere, a causa di una Legge di stabilità iniqua. L’integrazione salariale da parte dello Stato è stata ridotta, passando dal 20% al 10%.
Come è noto, ai lavoratori in Cds è riconosciuta una retribuzione pari al 60% dello stipendio. Grazie all’integrazione statale, fino al 2013 pari al 20%, si riusciva a salvare di fatto l’80% dello stipendio; ora, per effetto del provvedimento governativo, scende si raggiunge il 70%.
Una decurtazione significativa che nel tempo inciderà fortemente sul salario diretto e indiretto dei lavoratori e delle loro famiglie.
La Fim-Cisl ritiene estremamente miope la scelta operata dal Governo: disincentiva l’utilizzo di uno strumento che si è dimostrato fortemente efficace nel fronteggiare le crisi aziendali, e la nostra provincia ne è la dimostrazione.
Grazie ai Contratti di solidarietà si è evitata l’ulteriore perdita di posti di lavoro. Nessuna chiusura e nessun licenziamento, nella speranza che presto la crisi possa dissolversi.
Nella condizione in cui ci troviamo ancora oggi, la non riconferma del rifinanziamento al 20% dell’integrazione salariale peserà, ancor più – come scontata conseguenza – sui livelli di reddito dei lavoratori e, a cascata, sulla capacità dei consumi degli stessi, cosa estremamente importante, in questo memento, per ricreare quel circolo virtuoso legato alla crescita.
Tutti sappiamo che esistono vincoli di bilancio dello Stato di cui tener conto. Non è nostra presunzione, ma vogliamo convincervi che, nella scala delle priorità, necessità come questa è senz’altro tra le più importanti.
La Fim-Cisl, quindi, ritiene penalizzante la scelta di dimezzare questo intervento di integrazione al salario, funzionalmente normato dalla legge 106 del 2009, che ha consentito alle famiglie colpite dalla crisi di mantenere un certo decoro.
Un anno fa quest’appello del sindacato andò a buon fine grazie all’impegno di tutti, soprattutto nel cogliere e capire l’importanza che tali problematiche rivestono.
La Fim-Cisl, infine, auspica che la Regione Puglia, con a capo il Governatore Vendola – così come altre Regioni d’Italia stanno facendo – faccia propria questa istanza, promuovendo una legge a sostegno dei Contratti di solidarietà, tale da consentire il recupero di quel taglio del 10% sancito dagli effetti della Legge di Stabilità.
Mimmo Panarelli – Segretario generale della Fim-Cisl Taranto Brindisi