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Sottoscritto l’accordo quadro per gli ammortizzatori sociali 2016

Questa mattina si è riunito, presso il Dipartimento Politiche di Sviluppo, Lavoro, Formazione e Ricerca, il Tavolo di Coordinamento in materia di Ammortizzatori Sociali in Deroga per l’anno 2016, presieduto dall’Assessore regionale  Raffaele Liberali. All’incontro hanno partecipato le Organizzazioni Sindacali e Datoriali ed è stato sottoscritto l’accordo quadro regionale per gli ammortizzatori sociali in deroga 2016.
L’accordo prevede che destinatari, termini, limiti, competenze e modalità operative e procedurali in materia di ammortizzatori sociali in deroga. In particolare, l’Accordo Quadro prevede che l’erogazione degli ammortizzatori sociali in deroga avverrà esclusivamente previa assegnazione delle risorse finanziarie da parte del Ministero del Lavoro e in ogni caso nel limite delle somme disponibili e fino ad esaurimento delle risorse stesse.
Inoltre nell’accordo sottoscritto si autorizza  il pagamento delle mensilità residue della mobilità in deroga per l’anno 2014 in favore dei lavoratori fuoriusciti dalla Platea che non hanno partecipato alle attività formative organizzate dalle Province.
La Regione Basilicata  richiederà formalmente all’INPS il pagamento dei contributi previdenziali in favore dei lavoratori che nell’anno 2014 hanno percepito l’indennità di formazione, da finanziare con le risorse ancora nella disponibilità della Regione Basilicata derivanti dalla riprogrammazione dei programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali 2007-2013 del Piano di Azione e Coesione.
“Dopo questo accordo abbiamo deciso assieme ai sindacati ed alle organizzazioni datoriali di istituire in breve termine un tavolo tecnico per individuare le platee lavoratori che  potrebbero nei limiti delle risorse finanziarie disponibili del 5% previste dal decreto ministeriale n. 83473/2014 beneficiare di ammortizzatori finanziati –  ha dichiarato  l’assessore Liberali – in primo luogo  i lavoratori fuoriusciti nell’anno 2014 e poi i lavoratori fuoriusciti nell’anno 2015 che non hanno beneficiato del passaggio dalla mobilità ordinaria alla mobilità in deroga”.

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