Sporcizia a Matera, la misura è colma
Non è qualcosa che vorrei dire con tanta leggerezza, ma credo che non se possa più fare a meno: “non ho mai visto Matera così sporca, non ricordo periodi in cui lo sporco ed il degrado hanno raggiunto simili traguardi ”. Dire questo non mi solleva, piuttosto mi rattrista fortemente e, voglio sostenere subito che non vi è alcuna contrapposizione politica o strumentalizzazione della questione, anzi, la cosa mi fa veramente amareggiare e rimpiangere quello che Matera era, quello che ci ripromettevamo che fosse. Ricordo un assessore al settore ambiente, dai modi forse un pò duri e bruschi, dal comportamento sopra le righe, ma grande pratico, lavoratore e di gran cuore. Al mattino si alzava alla 04.30 e andava a controllare personalmente che la raccolta dei rifiuti fosse fatta come lui diceva, qualcuno ci faceva un sorrisino sarcastico, ma lui non trascurava nulla. Se camminando per la strada notava qualcosa che era sfuggito all’operatore ecologico, dal suo cellulare non risparmiava nessuno, la sua voce dal tono duro, udibile in due isolati, si faceva sentire con lavoratori e ditte. Le cose cambiano, ma al momento dell’affidamento alla società Alimeri, ero convinto che avremmo avuto buone basi per un servizio di qualità nella raccolta dei rifiuti, non foss’altro per una migliore organizzazione del servizio, con una quantità maggiore di veicoli e personale, nulla di più errato, credo di poter dire che non è mai stato tanto peggio. Ovunque vai una montagna di rifiuti, marciapiedi mai spazzati, carte e bottiglie abbandonate, non in un singolo posto, ma in tutta la città, nulla è escluso, centro e periferia: guardatevi intorno e giudicate, ammesso non l’abbiate già fatto perché è impossibile non accorgersi di tanta immondizia. Rifiuti di ogni genere lasciati sui bordi delle strade di zone densamente abitate; campane della raccolta differenziata (carta, vetro, plastica) strapiene a tal punto da rendere impossibile inserire altro che si abbandona accanto e lì resta forse per sempre. Il cittadino si sente autorizzato a sporcare, “una carta in più cosa vuoi che sia”. Sono stato in vacanza in una cittadina siciliana, non riuscivo a gettare l’incarto di una caramella, non sapevo dove buttare la carta, le strade erano così pulite, che ho preferito tenermela in tasca. E’ normale che succeda l’esatto opposto, la gente vede sporco e sporca a sua volta, non credo ci sia turista che venga in città e vada via con la sensazione dell’esser stato in una città pulita. Difficile però, che il pattume che emerge fuori dai cestini e dai cassonetti, le carte che svolazzano tra strade e marciapiedi, cicche gettate per terra, le cacche di cane sui marciapiedi, possano fare da strumento di richiamo per turisti. Un discorso a parte meritano le aiuole e gli spazi verdi, pieni di rifiuti, bottiglie in plastica, incolti e tralasciati, dimenticati, ma aldilà di ogni possibile descrizione basta passare in via Rosselli e osservare. Le domande da porsi non sono da telequiz, sono semplici: ma chi controlla il rispetto del capitolato d’appalto? i contribuenti dovranno anche pagare per questo? Credo che l’esecutivo di questa città debba interrogarsi su questo, incominciare a fare autocritica e soprattutto intendere che le professionalità non si improvvisano, se le hai vai avanti diversamente fatti da parte, si sta gestendo una città non un condominio. Gli assessori sono il braccio operativo del sindaco, sono sua espressione, se ne faccia carico e che dia riscontri efficaci. Non si può perdere tempo, si devono dare immediate risposte soprattutto perché Matera, d’altra parte, è luogo di contraddizioni: prezzi alti, ma qualità scarsa, servizi inesistenti o non sempre adeguati all’utenza del turismo di massa del mordi e fuggi, desiderosa di attirare turismo d’èlite, ma se queste sono le prospettive e ci mettiamo anche una città lercia, dovete dirlo che non ci si illuda. Ad ogni modo parto sempre dal concetto delle tutele sociali: esiste sempre un soggetto passivo costante per scarsa capacità amministrativa e questo è il cittadino, non scarterei l’ipotesi che si possa costituire una associazione di cittadini che si faccia promotrice di una class action contro i soggetti responsabili, al fine di ottenere un risarcimento dei danni per la perdita di immagine e spreco di denaro pubblico, atteso che il servizio offerto non è proporzionale a quanto i cittadini pagano e meritano.