CronacaPuglia

‘SSS’, Savinuccio Sorvegliato Speciale

I fuochi pirotecnici nel corso dei secoli hanno rappresentato la celebrazione della vittoria e la devozione ai santi nelle feste religiose.
I cittadini di Bari assistono ormai da anni inermi e rassegnati anche alla esaltazione di un significato diverso dei fuochi pirotecnici: la esaltazione della criminalità barese contro ogni buon senso, ordinanza sindacale o tentativi della Questura solo in passato messi a segno.
Al quartiere Libertà, dove a volte la simbologia religiosa si è mescolata con quella malavitosa con la presentazione di Gesù al tempio nella festa della Candelora e al quartiere Japigia, quartiere dalle positive caratteristiche urbanistiche europee, ieri si è aggiunto un altro luogo simbolo di tale significato : il carcere di Bari.
Certo al “SSS”, a giudicare dal grande spazio narrativo riservato dai media per la sua scarcerazione, che rischiano di farlo entrare nell’alveo improprio della leggenda, si contrappone una città silenziosa e forse per tanti aspetti omertosa ma che ha in se il forte orgoglio di un riscatto meridionale ancora inespresso non per capacità ma per condizioni di crisi generale e di mancato sviluppo.
La criminalità barese prima o poi farà i conti con questo orgoglio e coraggio ancora silenti dei cittadini baresi e di chi li rappresenta a giudicare anche, seppur timidi e tardivi, dagli accenni di indignazione e di reazione delle forze sane sociali, economiche e produttive che sembra non vogliano più rassegnarsi all’occupazione malavitosa del territorio e né tantomeno hanno bisogno di una leggenda criminale.

Matteo Magnisi – Educatore volontario

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