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Stati generali della salute

“La legge delega del federalismo fiscale e il decreto applicativo sottolineano che il livello di finanziamento sulla sanità è in stretta relazione con la situazione economica del Paese e dell’Europa. Significa che se la condizione del Paese è difficile, anche il patto sulla salute diventa difficile. E’ un dato che bisogna assolutamente tener conto se si vogliono leggere con consapevolezza i motivi dei ritardi del nuovo piano sanitario regionale”. Lo ha detto il presidente della Regione, Vito De Filippo, chiudendo i lavori della prima giornata degli Stati generali della Salute.

“Se guardiamo la mappa nazionale degli ultimi anni, rileviamo che non c’è stato un Piano sanitario nazionale nel quale fossero chiaramente definiti i livelli di finanziamenti, come venivano suddivise le risorse e gli obiettivi del piano salute. La Regione Basilicata, in ogni caso, è andata avanti. E non è un caso che la London School of Economy, in una sua indagine, abbia segnalato il sistema sanitario regionale della Basilicata, basato su sussidiarietà e responsabilità, come uno dei pezzi del sistema pubblico più modernizzato. Vale a dire che gli altri sistemi pubblici non sono cresciuti allo stesso livello del sistema sanitario lucano”.

De Filippo si è quindi soffermato sui Lea (livelli essenziali di assistenza) e sui Lep (livelli essenziali delle prestazioni). “L’Italia non ha ancora definito i Lea ed i Lep. Questo complica la standardizzazione dei costi. L’evoluzione verso la definizione dei costi standard è un mistero oscuro e quasi “esoterico”. Noi, tuttavia, continuiamo a mantenere l’attenzione alta verso gli standard. E pur in un rapporto complicato fra dimensione territoriale, il 3 percento della superficie italiana, e dimensione demografica, l’1 percento della popolazione italiana, abbiamo deciso da tempo di puntare sul territorio. Solo un esempio: la Basilicata è una delle poche regioni italiane ad aver assicurato da alcuni anni visite mediche gratuite alle associazioni sportive per un investimento di circa 2 meuro. E continuiamo a mantenere i conti in equilibrio. Ma mantenere i 17 ospedali intesi nell’accezione tradizionale non è possibile. Siamo una regione che da tempo ha deciso di avviare una poderosa riconversione degli ospedali allocandovi tutta l’attività della lungodegenza e della riabilitazione che nelle altre regioni è in carico alle strutture private. E’ un nuovo modo di valorizzare i territori: potenziare la rete ed evitare duplicazioni. E stiamo valorizzando i servizi sociali dove l’occupazione è cresciuta del 45 percento in Basilicata. Sappiamo che nel Paese per il sociale non c’è più un euro. Eppure noi abbiamo costruito questo modello unico nel Paese, i Pois: con un investimento di 80 meuro abbiamo rafforzato la rete dei servizi sostituendoci ancora una volta allo Stato”.

Infine, De Filippo si è soffermato sugli screening. “Abbiamo ormai stabilizzato una procedura facendola passare da un programma provvisorio a un asset fondamentale del nostro sistema sanitario. Stiamo realizzando, insomma – ha concluso De Filippo – una operazione di rete e di sistema dove gli interessi delle parti vengono diluiti nell’interesse generale. Solo in questo modo potremo affrontare e vincere le complicate sfide che ci attendono nell’immediato futuro”.

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