Stellantis, Somma (Confindustria Basilicata) chiede al Governo di scendere in campo per salvare Melfi
“La questione Stellantis è una forte minaccia per la tenuta economica e sociale della Basilicata. La generale crisi della filiera automobilistica italiana assume sul nostro territorio una connotazione drammatica. E’ sempre più concreto il rischio di un sostanziale ridimensionamento delle aziende insediate nell’indotto di Melfi, con l’espulsione dal mercato del lavoro di un rilevante numero di lavoratori ed evidenti conseguenze sociali sul PIL della regione”. E’ l’allarme lanciato questo pomeriggio dal presidente di Confindustria Basilicata, Francesco Somma, nell’illustrare la complessa situazione in cui versa l’industria automobilistica lucana, nel corso dell’incontro con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, presso la Camera di Commercio di Basilicata.
“Ai generalizzati problemi di aumento dei costi dei fattori della produzione, alla carenza ormai cronica di semiconduttori e alla complessa transizione energetica – ha spiegato il presidente – si aggiungono anche gli effetti del processo di insourcing di alcune attività da parte dello stabilimento Stellantis Melfi e la scarsa visibilità che abbiamo sui nuovi modelli. E’ soprattutto questo quello che ci preoccupa: cosa
accadrà a partire dal 2025? Come Stellantis intende saturare i livelli produttivi dello stabilimento di Melfi, dal momento che i 4 modelli elettrici annunciati a partire dal 2024 saranno in grado di coprire solo una parte degli attuali livelli produttivi e occupazionali? Anche ipotizzando lo scenario più ottimistico, si stima un forte ridimensionamento del tessuto industriale dell’indotto di Melfi con una perdita
occupazionale sull’intera area”.
“E’ quindi fondamentale e urgente – ha aggiunto Somma – che il Governo Draghi avvii un’interlocuzione autorevole con l’Ad Tavares, e se necessario con il Presidente Macron, per affrontare la strategia industriale e di prodotto della multinazionale. Nello specifico di Melfi, chiediamo che venga fatta piena chiarezza su eventuali presunte condizioni di non competitività di un sito produttivo fino a ora considerato
punta di eccellenza della produzione automobilistica nel mondo, e che si definisca, ove necessario, un piano di interventi per ripristinare la parità di condizioni con gli stabilimenti di altre Aree/Paesi, al fine di assicurare modelli con potenzialità commerciali credibili. Le imprese del territorio sono pronte a fare la propria parte in una complessa partita che deve vederci tutti – istituzioni, imprese e sindacati – schierati dalla stessa parte”.