Sulla Bradanica Acito scrive a Renzi
Due questioni agitano la mente del presidente di Confapi Matera, Enzo Acito, sul caso del cantiere della S.S. 655 Bradanica: il concordato preventivo di Intini Angelo Srl, che non si è ancora concluso a danno delle imprese locali e il completamento di un’opera strategica per la collettività. Per questo motivo il presidente Acito ha inviato una lettera a Matteo Renzi, chiedendo al presidente del Consiglio dei Ministri di intervenire sulla vicenda.
Riguardo al concordato preventivo con continuità aziendale, chiesto da Intini 4 anni fa, omologato dal Tribunale di Bari a ottobre 2014 e non ancora concluso, Acito sottolinea l’abuso di uno strumento che, introdotto con lo scopo di salvaguardare la prosecuzione dell’attività imprenditoriale nonostante lo stato di insolvenza, è di fatto diventato un mero escamotage per risanare le aziende più grandi a scapito delle piccole e medie imprese creditrici, un diffuso espediente da parte delle grandi imprese per evitare di pagare i debiti alle pmi creditrici.
Il riferimento è alla vicenda grottesca che si trascina da 4 anni e che interessa le imprese locali che hanno lavorato come subappaltatrici e fornitrici di Intini Angelo Srl, impresa appaltatrice dei lavori sulla Bradanica, lavori nel 2013 trasferiti ad Aleandri Spa con uno strano contratto di fitto di ramo d’azienda, senza continuità di debiti e crediti, all’epoca osteggiato solo da Confapi e avallato da tutti allo scopo di consentire la riapertura del cantiere e il completamento dell’opera.
Il secondo problema è proprio il completamento della strada Bradanica, opera iniziata più di 35 anni fa e che oggi rischia di restare incompiuta. Se nel 2013 – scrive Acito a Renzi – quando Confapi Matera si oppose inutilmente al contratto di fitto di ramo d’azienda, contratto accettato dall’Anas, si fosse rescisso il contratto con Intini Angelo Srl e si fosse riappaltata l’opera, oggi probabilmente la sorte della Bradanica sarebbe diversa. Avremmo perso 6 mesi per una nuova gara d’appalto, ma quel tempo sarebbe stato ampiamente compensato e oggi non avremmo il rischio concreto di un’ennesima incompiuta”.
“Tuttavia – conclude il presidente Acito – di fronte al pericolo di non completare l’opera, probabilmente la rescissione del contratto con una nuovo appalto resta la soluzione migliore. Per questi motivi, Egregio Signor Presidente, chiediamo un Suo autorevole intervento volto sia a garantire il pagamento delle pmi creditrici che a consentire la realizzazione di una strada di fondamentale importanza per tutta la collettività”. È di queste ore, tuttavia, la notizia diffusa dall’Anas secondo cui l’opera si farà. Non è la prima volta che lo sentiamo, speriamo che all’annuncio seguano i fatti e chiediamo che l’impegno sia preso in un apposito incontro davanti al Prefetto di Matera.