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Taglio delle province, rispunta l’ipotesi abolizione

L’incontro tra Berlusconi, Bossi e Tremonti di ieri ha prodotto radicali modifiche alla manovra da 45 miliardi che il Ministro delle Finanze aveva predisposto a fine luglio. I cambiamenti apportati sono stati così netti che alcuni hanno definito l’esito dell’incontro come una vittoria schiacciante del Premier, che non ha mai fatto segreto di essere particolarmente rigido nei confronti del piano di Tremonti, il quale ha dovuto ingoiare il rospo dell’eliminazione del contributo di solidarietà per i redditi superiori a 90 mila. Bossi, che si era eretto a paladino delle pensioni e a crociato contro l’evasione fiscale, ha incassato da parte sua le briciole, dovendo peraltro accettare che gli anni universitari e del militare non varranno per il conteggio delle pensioni di anzianità.

L’eco del summit si è fatto sentire anche in Puglia. Bellanova (Pd), ha attaccato duramente l’esito del vertice di Arcore: “Come al solito, alla fine pagano sempre gli stessi. Non solo i conti non tornano, ma per di più si sceglie, volutamente e con scandalosa spregiudicatezza, di metter sotto la campana di cristallo i redditi a cinque stelle per continuare a far cassa sulla pelle delle persone che col bilancio familiare lottano ogni giorno. Mettono le mani sulle pensioni, sul riscatto della laurea e su quell’anno di servizio militare. Tagliano sui servizi essenziali, impongono sforzi sovraumani ai cittadini più in affanno. Si rifiutano di chiedere contributi di solidarietà ai più abbienti ed evitano di adoperarsi davvero per metter freno all’evasione fiscale”.

Per la senatrice Adriana Poli Bortone (Coesione Nazionale – Io Sud – Forza del Sud): “Bene l’abolizione della province, ma ora i tempi devono essere certi. Per questo, chiederò di mettere subito all´ordine del giorno il nostro disegno di legge costituzionale. Chiederemo di partire da quel testo, anche per valorizzare l´iniziativa del Parlamento, perché non è detto che tutte le iniziative, anche in questo campo, debbano partire dal Governo”. La Poli Bortone, infatti, già un paio di settimane fa, era intervenuta sull’argomento annunciando la presentazione di un emendamento per l’abolizione totale delle province, dopo aver presentato il 13 giugno un disegno di legge costituzionale sulla riforma degli enti locali. Il disegno di legge, firmato da parlamentari di entrambi gli schieramenti, prevede l´abolizione delle province, la creazione del Senato delle Autonomie, il dimezzamento del numero dei deputati e l´accorpamento dei comuni con una popolazione inferiore ai 5mila abitanti.

Il Movimento Regione Salento ha lanciato la proposta di aggregare le tre ex province di Lecce, Brindisi e Taranto. Il coordinatore cittadino del Movimento Regione Salento, Giovanni Rizzo, intravede nel taglio delle province lo spazio per concretizzare il disegno di una regione che riunisca l’area leccese, quella tarantina e quella brindisina. “Una decisione così drastica sulle province dimostra che la loro soppressione non nuoce ai cittadini e ai territori. Sono, per l’appunto, enti che ingoiano inutilmente risorse e che sono stati sempre, e anche di recente, salvati dagli egoismi concorrenti delle forze politiche di ogni colore. E’ necessario rimodulare con urgenza l’istituto regionale, proseguendo nella battaglia per l’istituzione della Regione Salento che aggregherà le tre ex-province in una nuova realtà politico-amministrativa. Ecco perché l’unica via da seguire è l’istituzione di una regione meno estesa, che in un’ottica di risparmio possa utilizzare al meglio parte delle risorse liberate dalla soppressione delle province, che altrimenti verrebbero assorbite da un ormai lontanissimo governo regionale pugliese”.

 

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