Taranto, la diossina colpisce anche le uova delle masserie limitrofe
“Nessun falso allarme. Diossine e pcb ci sono nelle uova di gallina prelevate da alcune masserie nell’agro di Crispiano-Martina. Lo ha accertato anche l’Asl”. Sono le parole di Fabio Matacchiera, presidente del Fondo Antidiossina, che ritorna sulla denuncia fatta lo scorso 8 gennaio. Stavolta, però, Matacchiera suffraga la sua tesi con i rapporti di prova con cui già in passato l’Asl aveva certificato la presenza degli inquinanti nelle uova. Documentazione dalla quale si evince che risultavano superati non solo i ‘valori di azione’ (limite di 1,75 picogrammi per grammo di materia grassa che impongono ulteriori indagini e procedure di risanamento), ma anche i ‘valori limite’ (di 5 picogrammi per grammo di materia grassa in base ai quali va vietata la commercializzazione e c’è l’obbligo di distruggere il prodotto).
Nei rapporti di prova forniti dal Dipartimento di prevenzione dell’Asl al Fondo Antidiossina, che ne aveva fatto formale richiesta, c’è addirittura un superamento del ‘valore limite’ che sfora il 200% (con valori riportati superiori agli 11 picogrammi per grammo).
Alcuni mesi fa il Fondo Antidiossina aveva fatto eseguire a proprie spese le indagini su uova allevate presso alcune masserie situate in prossimità di Martina Franca e, successivamente, inviate al centro specializzato e accreditato ‘R&C Lab’ di Altavilla Vicentina (VI). “Con valori di circa 0,5- 0,9 picogrammi per grammo, le analisi del Fondo Antidiossina – ha detto Matacchiera – evidenziavano valori critici con riferimento ai limiti di azione, lontani comunque dai valori limite. Inoltre, i valori più elevati di diossine e pcb si riscontrano nelle uova della masseria più vicina dall’area industriale”.