Taranto a rischio sismico
La zona di Taranto sotto osservazione per il rischio sismico. La nave da ricerca ‘Ogs Explora’ dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste, dal 3 al 10 settembre, sarà nel golfo di Taranto per due campagne del progetto Fastmit (Faglie Sismogeniche e Tsunamigeniche nei mari italiani). L’obiettivo è stimare i rischi naturali delle zone costiere e la sicurezza delle infrastrutture offshore. A bordo saranno impegnati ricercatori e tecnici di Ogs e di altri enti di ricerca nazionali e internazionali (Ingv, Università del Sannio, Università di Malta, Università del Mississippi) e studenti di dottorato della Doctoral School Environmental and Industrial Fluid Mechanics di Trieste (Esfm).
«Con la nostra attività vogliamo approfondire la conoscenza e raccogliere informazioni sulle strutture tettoniche nei mari che bagnano l’Italia, in particolare in alcune aree campione tra le quali appunto il Golfo di Taranto», spiega la coordinatrice di Fastmit, la geofisica di Ogs Giuliana Rossi.
I risultati saranno preziosi per la definizione della pericolosità da terremoto e tsunami che caratterizzano le aree costiere italiane, particolarmente critiche per l’alta densità abitativa e la concentrazione di infrastrutture classificate come Rir (Rischio di Incidente Rilevante) nelle recenti mappe dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale); per fini normativi (relativi all’edilizia e in generale alla pianificazione territoriale); per le stime locali di pericolosità e rischio associate all’estrazione di idrocarburi, in corso o pianificate, in acque nazionali e dei paesi del Mediterraneo centrale (Croazia, Grecia, Nord Africa)