Tariffe, rifiuti e acqua, la situazione in Basilicata
Per lo smaltimento rifiuti delle utenze domestiche il Comune di Potenza fa registrare esborsi prossimi o di poco inferiori alla media nazionale, mentre il Comune di Matera risulta sempre uno dei capoluoghi più “convenienti”. Per le utenze non domestiche, nel comune di Matera si possono rilevare oneri ben al di sotto del valore medio nazionale per tutti i profili tipo esaminati (albergo, supermercato, bar, ristorante, negozio di ortofrutta), mentre il comune di Potenza si colloca al di sopra della media nazionale per gli alberghi e i supermercati, in linea con il valore di riferimento per i ristoranti ed i negozi di ortofrutta, al di sotto per i bar. Anche nel contesto più ristretto degli oltre 30 comuni capoluogo del Mezzogiorno, Matera si posiziona ai primi posti della graduatoria sulla base della spesa più contenuta, mentre Potenza si colloca su livelli più vicini alla media di area.
Lo evidenzia un Rapporto elaborato dal Centro Studi Unioncamere Basilicata per l’Osservatorio Prezzi & Tariffe della Regione Basilicata, in base alle tariffe pubblicate nelle delibere comunali e raccolte in un database regionale dei corrispettivi pagati nel 2010 da famiglie e imprese, rilevando una forte dispersione della spesa per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani e assimilati, in Basilicata, mentre quella per il Servizio Idrico Integrato sostenuta da famiglie e imprese in Basilicata fornisce un quadro piuttosto confortante.
I DATI – TARSU
In provincia di Matera, una famiglia tipo di 3 componenti, che occupa un’abitazione di 80 mq, paga in media 120 euro all’anno, ma la spesa può variare da un minimo di 91 euro/anno ad un massimo di 157 euro/anno. In provincia di Potenza, la stessa tipologia di famiglia sostiene un onere medio di 143 euro all’anno, ma la variabilità è molto più accentuata: da un minimo di 59 euro/anno ad un massimo di oltre 200 euro/anno. Considerazioni analoghe valgono anche per le utenze non domestiche. In provincia di Matera, la spesa media unitaria per un albergo di 1.000 mq. è pari a 3,4 euro/mq., con un range compreso tra 1,9 euro/mq e quasi 6 euro/mq; mentre quella sostenuta da un ristorante di 180 mq è pari a 4,3 euro/mq, con un minimo di circa 2,9 euro/mq e un massimo di circa 6 euro/mq. In provincia di Potenza il profilo dell’albergo paga mediamente 4,2 euro/mq, con un minimo di 1,3 euro/mq e un massimo di circa 12 euro/mq, mentre per il profilo del ristorante, a fronte di un onere medio di circa 6 euro/mq, si oscilla da 1,8 euro/mq a quasi 17 euro/mq.
LA SPESA PER IL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO
Nel 2010, un nucleo familiare composto da 3 componenti che consuma 160 m3 all’anno ha sostenuto una spesa per il SII di 216 euro, un nucleo di 5 componenti con prelievi di 210 m3 all’anno ha sborsato circa 300 euro. Nel confronto con il resto del Paese, la spesa SII per le famiglie lucane si colloca pressoché sugli stessi livelli della media nazionale. Per quanto riguarda le utenze non domestiche, un albergo che consuma 10 mila m3 all’anno sostiene un onere di quasi 16 mila euro, mentre un ristorante che consuma 1.800 m3 all’anno paga circa 2.900 euro. Nel caso delle imprese, la spesa SII è sempre inferiore a quella media rilevata sul territorio nazionale.
Questi dati confermano l’utilità del percorso intrapreso, finalizzato al monitoraggio permanente delle tariffe pubbliche, in un momento storico che vede il nostro Paese procedere sulla via del federalismo fiscale, con tutte le conseguenze che ne deriveranno in termini di responsabilità tributaria e finanziaria degli enti locali – spiega il presidente di Unioncamere Basilicata, Angelo Tortorelli – Il Rapporto ha innanzitutto l’obiettivo di illustrare le logiche e gli attori coinvolti nel processo di definizione, dimensionamento e variazione dei corrispettivi del servizio idrico e del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, dando conto della variabilità territoriale dei corrispettivi – sia all’interno della regione che con l’esterno – e indagando i molteplici fattori alla base della stessa: dalle diverse strutture di costo dei servizi alle specificità dei bacini di utenza serviti, dalle scelte in materia di allocazione dei costi tra le tipologie di utenza al grado di efficienza delle gestioni.