TEATRI UNITI DI BASILICATA presenta VA PENSIERO CHE IO ANCORA COPRO LE SPALLE
Racconta i fallimenti di una generazione, non solo disoccupata o precaria nel lavoro, ma anche nelle relazioni sociali lo spettacolo Va pensiero che io ancora copro le spalle di Scena Verticale, una delle principali compagnie italiane di teatro contemporaneo che dal 2013 ha dato vita al progetto di residenza teatrale More al Teatro Morelli di Cosenza. Va pensiero che io ancora copro le spalle è proposto nell’ambito della sessione Teatro per il sociale del progetto teatrale del Consorzio Teatri Uniti di Basilicata. Va pensiero che io ancora copro le spalle andrà in scena allo Stabile di Potenza giovedì 8 gennaio 2015 -sipario ore 21 – e venerdì 9 gennaio 2015 – sipario ore 21 – al teatro Comunale di Matera.
Dario De Luca, regista e protagonista in scena su testi di Giuseppe Vincenzi e accompagnato alle tastiere da Paolo Chiaia, in Va pensiero che io ancora copro le spalle torna a vestire i panni del “giovane” disoccupato tardo trentenne di Morir sì giovane e in andropausa che, qui, è cresciuto ma disoccupato è rimasto. Perché, ora che è tra i 40 e i 50, i veri trentenni gli hanno fregato il posto. Una generazione saltata, la sua, in un’Italia dove le parole contano poco e il pensiero nulla. Un omino entra in scena raccontando i propri fallimenti. Senza volerlo, parlando e cantando, con le sue cronache così profondamente e tragicamente comiche, inventa una morale, che evidenzia bisogni e desideri di una società oramai in mutande e oltretutto sporche. Parla con ironia del mondo di cui fa parte, del quale non è protagonista ma semplice figurante. Racconta di un paese fondato sul reality; di individui che hanno rapporti virtuali, avatar superiori a loro stessi che li rappresentano non solo nel mondo online ma anche nella vita reale; di uomini e donne che esprimono al meglio le loro emozioni solo con le faccine nei messaggi su WhatsApp.
Con Va pensiero che io ancora copro le spalle Scena Verticale prosegue il percorso intrapreso con Morir sì giovane e in andropausa: ridare forma e sostanza al teatro-canzone di Giorgio Gaber e Sandro Luporini. Dario De Luca e Giuseppe Vincenzi, con questo spettacolo, presentano il secondo capitolo della cosiddetta
Trilogia del fallimento che ha un’ispirazione verdiana nei titoli: il terzo sarà Parmi veder le lacrime, ma è solo un coccodrillo. Un progetto di teatro politico, la Trilogia del fallimento, che si occupa dell’Italia di oggi: di precarietà e lavoro, quello che non c’è; di giovani senza futuro in una società gerontocratica; di illusioni e disillusioni politiche; di fobie che accompagnano il nostro vivere quotidiano.