Il Teatro Apollo di Lecce omaggia Ella Fitzgerald
Duecentocinquanta incisioni, dagli anni Trenta agli anni Ottanta, venticinque milioni di album venduti, che nel jazz rappresentano un primato, quattordici Grammy Award, una popolarità che ha varcato le soglie del mercato occidentale, un culto da collezionisti internazionali, una manna per i compositori che hanno avuto il privilegio di essere “vittime” della sua insaziabile curiosità: non solo George e Ira Gershwin, Cole Porter, Rodgers and Hart, Irving Berlin, Duke Ellington, Harold Arlen, Jerome Kern e Johnny Mercer, ai quali dedicò i suoi indispensabili “songbook”, ma anche W.C. Handy, Kurt Weill, Burt Bacharach, Lennon & McCartney, Stevie Wonder, Antonio Carlos Jobim, solo per citare alcuni nomi che hanno avuto il privilegio di far parte della monumentale produzione di un’artista geniale e infaticabile a tal punto da non rinunciare a nessun territorio musicale – dal pop alla canzone d’autore, dal blues al gospel, dal rhythm&blues alla bossa nova – sempre in chiave jazz, ma col senno di poi squisitamente in chiave Ella. È stata la vocalistche più di ogni altra ha saputo parlare a un pubblico tanto vasto ed eterogeneo. Tutto in lei era grazia, virtuosismo e semplicità allo stesso tempo, swing e padronanza completa di una voce potente e duttile, capace di spaziare tra i vari generi e stili. Le sue incisioni sono ancora oggi un punto di riferimento per gli appassionati di tutto il mondo.