Tegola finanziaria rischia di abbattersi sulla Provincia di Foggia
Una tegola pesante, anzi pesantissima si abbatte sulla Provincia di Foggia e sull’ex amministrazione Pepe. Dall’analisi del Ministero delle Finanze è risultato che i bilanci degli ultimi 5 anni di gestione a Palazzo Dogana sarebbero falsati. Duecento le pagine che i tecnici del Ministero delle Finanze hanno inviato al commissario straordinario, Fabio Costantini. La relazione, impietosa, fa seguito all’ispezione della Ragioneria di Stato, effettuata circa tre mesi fa, quando, a pochi mesi dalla soppressione dell’ente, i funzionari del governo si recarono negli uffici della Provincia di Foggia per acquisire fascicoli e faldoni, facendo il paio con quanto accaduto anche in Camera di Commercio ed al Comune di Foggia. E le 200 pagine del ministero scottano, e potrebbero rappresentare un fardello pesantissimo Antonio Pepe, l’ex presidente dell’ente dauno, ed i dirigenti che hanno redatto e firmato i bilanci, che ora dovranno difendersi nelle aule competenti.
Le anomalie e le osservazioni più gravi riguarderebbero la redazione dei documenti contabili in questo ultimo lustro, praticamente l’intero mandato Pepe, che ha avuto come titolari del bilancio prima Leonardo di Gioia, poi il centrista Matteo Cannarozzi de Grazia, ed infine il già revisore dei conti Raffaele Di Ianni.
Per il Ministero emergerebbero numerose irregolarità che avrebbero falsato i documenti contabili: tra queste, la sistematica imputazione di cifre di spesa, tanto in entrata quanto in uscita, a capitoli ai quali non andavano imputate. La Provincia, ora, deve verificare se queste imputazioni ‘illegittime’ abbiano provocato danni gravi; se, cioè, si è trattato di operazioni fatte ad arte per rispettare, negli anni, il vincolo del patto di stabilità a cui era chiamato l’ente. Ma nel mirino pare ci sia anche un eccessivo indebitamento, al quale l’ente sarebbe ricorso per finanziarie consulenze, retribuzioni dei dirigenti (con erogazione di somme accessorie ‘illegittime’), e la stessa posizione del segretario generale, Vincenzo Morlacco, che a parer degli ispettori non avrebbe potuto ricoprire quell’incarico perché in quiescenza da alcuni anni. Ma sarebbero tanti i casi di irregolarità.
Si tratta di capire se tali atti ed irregolarità possono configurare il danno erariale per l’ente. Procedere non è facile, anche perché se le somme percepite sono irregolari, si tratta pure sempre di somme percepite legittimamente, con un atto di giunta. Il commissario è già al lavoro per preparare la relazione contro deduttiva.