“Tempa Rossa”: la Total segna il passo della legalità
“La nuova gara di appalto della Total relativa al Progetto Tempa Rossa dimostra come sia provinciale ed asfittico, almeno sinora, il dibattito che si sta sviluppando in Basilicata sull’impiego delle royalties del petrolio lucano”. E’ quanto sostiene il coordinatore di Fli (Futuro e Libertà per l’Italia) sen. Egidio Digilio, per il quale , “la nuova procedura messa in campo dalla società petrolifera francese in merito ai lavori di preparazione del sito del Centro Olio di Corleto Perticara, la realizzazione di una strada di accesso al centro olio e preparazione del sito-Deposito GPL nei comuni di Corleto e Guardia, segna innanzitutto il ritorno alla piena legalità. Non è poca cosa sia rispetto all’inchiesta della magistratura che registra, ad inizio settimana, l’avvio del processo contro 35 persone di cui già amministratori, politici ed imprenditori, che alle notizie diffuse via web da Wikileaks secondo il “filone” delle preoccupazioni degli Usa per l’intesa tra Eni e Gazprom e che coinvolgono anche la Basilicata. Legalità e trasparenza devono perciò diventare punti di riferimento per il nuovo corso del Progetto Tempa Rossa senza però distogliere l’attenzione politica da un altro elemento essenziale per il ritorno di benefici a favore delle comunità locali che è quello riferito all’imprenditoria lucana e alle nuove assunzioni. Indubbiamente il capitolato d’appalto e soprattutto l’importo a base d’asta scoraggiano se non impediscono del tutto la partecipazione ai lavori di imprese della Basilicata e non convince l’invito dei manager della Total a consorziarsi. L’impegno di istituzioni e politica deve perciò essere rivolto innanzitutto – dice Digilio – per le assunzioni di manodopera regionale e in secondo luogo per favorire condizioni di presenza di imprese lucane nella diffusa pratica (da tenere sotto stressa osservazione per evitare infiltrazioni illegali) del subappalto come in quella delle subforniture di servizi. Sono queste le condizioni per guardare al petrolio di casa nostra al di là del naso, vale a dire alla ristretta visione delle royalties da incassare per spendere nei programmi regionali. Valgono per tutte le considerazioni di Assomineraria: lo sviluppo di Tempa Rossa è anzitutto una conferma delle grandi possibilità petrolifere della Basilicata, dove sono già in produzione i giacimenti della Val d’Agri operati dall’Eni, le cui riserve certe sono di 480 milioni di barili di olio, e la cui produzione ha superato i 100.000 b/g. Inoltre costituisce un richiamo per le ulteriori possibilità di esplorazione dell’upstream italiano da parte di grandi società petrolifere internazionali, suscitando l’interesse per altre scoperte di giacimenti di olio e di gas.
Si ricorda che le riserve italiane certe di olio e di gas sono di 1,9 miliardi di barili di olio equivalente (boe). Basta pensare allo sviluppo del gas prodotto con l’olio, che la Regione può sfruttare per realizzare programmi che portano benefici diretti riducendo la bolletta energetica ai cittadini ed alle imprese e favorendo la metanizzazione di piccoli comuni finora esclusi dalla grande rete nazionale”.