Terremoto 1980, ricordo di un sogno industriale
Una data, il 23 novembre 1980, rimasta indelebile nel ricordo di tutti i lucani.
Giuseppe Giordano, segretario regionale dell’UGL Basilicata Metalmeccanici, ricorda ancora quel grave episodio, che segnò (e continua a segnare tuttora) la storia della nostra regione.
“1980 – 2010, trent’anni di sacrifici, promesse di sviluppo con esito di un fallito sogno industriale: ad oggi, la situazione nell’industria metalmeccanica lucana, la percentuale di occupati nel settore la dice lunga sulla scarsa capacità innovativa ed il mancato tentativo di far partire dopo anni il sistema industria lucano. L’intera Regione ha pagato un prezzo altissimo in costo di perdite di vite umane, lavoratori scomparsi e figli orfani che hanno dovuto combattere con un sogno di promesse ed illusioni, nella speranza di uno sviluppo industriale che non si è mai avvertito: troppo lontano, forse troppo lontana di 30 anni dal vedere qualche opera di ricostruzione industriale terminata che è costata pure tantissimi soldi. Soldi che sono stati destinati ad un processo d’industrializzazione che potesse abbinare alla ricostruzione di case soprattutto un virtuoso processo di sviluppo socio-economico,versante su cui il flop è stato ampio e clamorosamente deludente. Un pò tutte le aziende che attinsero a piene mani ai fondi statali per ricostruire la Basilicata (i casi specifici delle aree industriali di San Nicola di Melfi,Vitalba e Nerico hanno persino del clamoroso ed incredibile) sono sparite dalla circolazione. Per lo più, se ne sono tornate da dove erano giunte,dall’Italia del nord ed anche dal nord-est del Paese con laudi bottini. Sul campo – continua l’esponente UGL – hanno lasciato tantissima delusione e soprattutto una schiera infinita di lavoratori in mobilità. E se non ha ripreso forte a marciare il fenomeno emigrazione è solo perché la crisi industriale ed economica Italiana ha sconsigliato a tanti di lasciare i paesi lucani d’origine.
“Valutando il tutto” – conclude Giordano – “a distanza di trent’anni, occorre da parte di tutti, sindacato compreso, una spinta propulsiva affinché la macchina industriale della Basilicata si rimetta in moto creando sviluppo, utili, occupazione in un territorio lasciato decantare al suo destino, dove la politica e le istituzioni non riescono a tutt’oggi a trovare i giusti ed opportuni rimedi ai tanti problemi che attanagliano la nostra regione”.