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Terza commissione della Regione Basilicata discute norma sulla disciplina, tutela e valorizzazione della pastorizia e della transumanza del territorio lucano

La terza Commissione (Attività produttive, Ambiente, territorio) del Consiglio regionale della Basilicata, presieduta da Piergiorgio Quarto (Fratelli d’Italia) ha iniziato l’esame del disegno di legge di iniziativa della Giunta regionale su “Norme di disciplina, tutela e valorizzazione della pastorizia e della transumanza presidii del territorio lucano”.
Sull’argomento sono stati auditi i Direttori dell’Associazione regionale allevatori (A.r.a.) Giuseppe Brillante e della Confederazione italiana agricoltori (C.i.a.), Donato Distefano e il dottor Gustavo Tisci, in rappresentanza di Coldiretti Basilicata; entrambi hanno espresso soddisfazione per il disegno di legge sul tema, sottolineando la necessità di dotare la Basilicata di una disciplina di indirizzo per la tutela del patrimonio zootecnico e della pastorizia.
Con il disegno di legge la Regione Basilicata intende riconoscere e tutelare la pastorizia e l’allevamento estensivo, praticati allo stato brado e semibrado nonché in forma transumante, come patrimonio regionale. Tali attività rappresentano un presìdio permanente ed insostituibile sull’intero territorio regionale, soprattutto nelle aree naturali protette, nelle aree di montagna, interne e svantaggiate, svolgendo una funzione strategica per la tutela dell’ambiente, del paesaggio e delle produzioni agroalimentari. La Regione intende riconoscere il ruolo del pastore presìdio del territorio, figura già esistente nel contesto socio economico rurale, e che ai sensi dell’articolo 2135 del codice civile, è l’imprenditore agricolo singolo o associato che esercita l’attività agricola e che pratica l’allevamento estensivo allo stato brado, semibrado o in forma transumante. L’obiettivo è quello di riconoscere e rafforzare il ruolo sociale anzidetto ed all’attuazione si potrà provvedere con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

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