BasilicataCultura

Tinchi, i luoghi della memoria

i luoghi della memoria_tinchiUna serata trascorsa insieme tra amici, soci e simpatizzanti, nella suggestiva atmosfera della sede dell’associazione “Etnie” di Tinchi, per parlare e discutere di tematiche collegate con la Giornata della Memoria, nell’ambito del 14° anno della sua istituzione e a sessantanove anni dalla liberazione del lager di Auschwitz. La dinamica associazione, presieduta da Antonio Caramuscio, con la Coop. ArcheoArt, è tra le poche ad aver promosso questo importante evento, purtroppo ignorato da altri organismi e istituzioni, una gravissima lacuna in un territorio che pure ha ospitato il primo campo di concentramento italiano di terraferma, dopo la chiusura delle strutture isolane. La Giornata della Memoria è stata istituita dal Parlamento Italiano per ricordare le vittime delle persecuzioni nazifasciste degli ebrei, degli oppositori politici, gruppi etnici e religiosi. La data prescelta è stata quella della liberazione del lager di Auschwitz il 27 gennaio 1945 ad opera dell’armata rossa al comando del mar. Koniev. Nel corso dell’incontro dedicato ai Luoghi della Memoria, alla presenza di un pubblico attento e sensibile, si è discusso in particolare della Colonia Confinaria di Pisticci. Dopo la presentazione dell’archeologo Antonio Affuso, Domenico Giannace, sindacalista e sindaco di Pisticci, mascotte del campo, ha rievocato fatti, personaggi e alcuni episodi che lo hanno visto protagonista di varie vicende. Sugli aspetti giuridici e politici che hanno motivato la presenza di una colonia in Basilicata si è a lungo soffermata Nunzianna Di Tursi, che pure sull’argomento ha sviluppato una interessante e approfondita tesi di laurea. Giuseppe Coniglio, infine, avvalendosi di una serie di inedite immagini, ha passato in rassegna le biografie e le vicende di confinati illustri, ai quali lo scorso anno è stata dedicata una via nella borgata di Centro Agricolo, sede amministrativa del campo. La struttura fu dapprima campo di lavoro per addetti agli interventi di disboscamento e bonifica e poi, allo scoppio della guerra, trasformata in vero e proprio campo di concentramento, voluto dal capo della polizia Bocchini. Un esempio unico nella storia dei campi confinari, un vero e proprio carcere a cielo aperto, dove transitarono circa 1700 deportati, in gran parte operai e artigiani, provenienti da tutte le regioni italiane. Ma vi passarono anche stranieri, greci e croati in particolare, ed ancora esponenti del campo dell’arte, musica, giornalismo, intellettuali, che proprio a Marconia, a stretto contatto, poterono rafforzare i loro ideali di giustizia, libertà e democrazia. Molti di essi, a liberazione avvenuta, saranno tra i maggiori protagonisti della lotta per la Resistenza, altri diventeranno parlamentari, sindaci, sindacalisti, scrittori, medici illustri, ma non dimenticheranno mai l’esperienza vissuta in terra pisticcese ed i contatti con la gente umile del posto, sempre sensibile e disponibile ad aiutare i confinati più bisognosi. Tra i nomi più illustri Umberto Terracini, padre della Costituente; il principe Filippo Andrea Doria Pamphjli primo sindaco di Roma; Gustavo Comollo (Il Commissario Pietro della Resistenza); il pittore Edoardo Chendi; il sen. Edoardo Voccoli, sindaco di Taranto, il sen. Teodoro Bigi.

Giuseppe Coniglio

 

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