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Trasferta amara per l’Olimpia Basket Matera

L’Olimpia Basket Matera non riesce a sfatare il tabù trasferta ed è costretta ad arrendersi anche a Bisceglie con il punteggio di 97-83. Una gara ben interpretata dai ragazzi di coach Agostino Origlio, che hanno condotto per lunghi tratti nelle prime due frazioni (52-52 all’intervallo lungo) e contenuto bene il ritorno dei padroni di casa nel terzo tempo (73-71 al suono della terza sirena), per poi cedere il passo in una quarta frazione in cui è venuto fuori il potenziale offensivo dei locali. “Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile, contro una squadra ben attrezzata e dal notevole potenziale offensivo. Il nostro obiettivo era limitare più possibile il loro talento – spiega il tecnico materano -, e siamo riusciti a trovare il giusto atteggiamento difensivo, anche se il totale dei punti subiti non lo dimostra, ma rappresenta solo il frutto di un eccessivo numero di tiri liberi concessi ai nostri avversari, ben 38 contro i nostri 17.
Una differenza che non riesco a capire, e che evidenzia come siano stati usati due pesi e due misure. Oltre ad essere fisicamente più strutturati dei nostri avverarsi, abbiamo prodotto una maggiore quantità di tiri rispetto a loro, ma chi ha diretto la gara evidentemente ha voluto vedere solo da una parte”.
Terza sconfitta su tre trasferte per i cestisti biancazzurri, che questa volta hanno di che recriminare. “Non ho nulla da rimproverare ai miei giocatori, che hanno disputato una buona gara, per l’atteggiamento e le buone cose fatte, anche se abbiamo commesso alcuni errori che si sono rivelati decisivi. Abbiamo compiuto un passo in avanti rispetto alle due precedenti trasferte, pur consapevoli di dover migliorare in determinate situazioni. A difesa della squadra e della società che mi onoro di rappresentare in qualità di tecnico, però – precisa coach Origlio – non posso accettare un arbitraggio del genere, con fischi quantomeno discutibili. Lo sfogo non è dovuto assolutamente alla sconfitta, anzi faccio i complimenti ai nostri avversari che hanno saputo leggere i vantaggi che la partita gli ha concesso, ma è dovuto al fatto che i protagonisti devono restare sempre i giocatori in campo”.

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