Tre lupi morti nel Parco dell’Appennino Lucano. La preoccupazione di Totaro
Il presidente del Parco dell’Appennino Lucano, Domenico Totaro, esprime preoccupazione per il rinvenimento di due lupi morti all’interno del territorio dell’area Parco. Per uno dei due casi si è trattato di una morte fortuita, essendo stato investito nei pressi di Pergola un esemplare di lupa, ma nel caso del maschio di 4-5 anni rinvenuto morto sul massiccio del Raparo, potrebbe trattarsi di un atto di bracconaggio, anche se si è ancora in attesa del referto dell’Istituto Zooprofilattico di Tito.
La morte dei due esemplari ha impoverito la popolazione di lupo presente nel Parco, che da un paio di anni è oggetto di un serio monitoraggio nell’ambito della ricerca “Convivere con il lupo, conoscere per preservare”, un progetto che vede il nostro Ente collaborare con altri 5 parchi nazionali del sud, che sono quelli dell’Alta Murgia, dell’Aspromonte, del Cilento, del Pollino e del Gargano, e che sta apportando un notevole contributo alla conoscenza del predatore in questa parte di Italia.
Obiettivo principale è quello di permettere la pacifica convivenza tra l’uomo ed il lupo, cercando di valutare il possibile impatto e i conflitti tra il predatore e le attività umane.
Tuttavia questi episodi devono farci mantenere alta la guardia su questa che è la specie simbolo delle nostre montagne, per cui l’impegno del Parco è anche quello di chiedere un sempre maggior controllo da parte degli organi competenti al fine di aumentare la vigilanza sul territorio ed evitare il succedersi di analoghi episodi, che potrebbero essere dovuti a ritorsioni da parte di allevatori che subiscono danni per gli attacchi dei lupi ai capi di bestiame o a bracconieri senza scrupoli. A tal proposito l’intensa attività di sorveglianza e di antibracconaggio svolta dal CTA del Corpo Forestale dello Stato, che è intervenuto con tempestività anche nei casi di cui si parla, ha portato in questi ultimi giorni all’individuazione e alla denuncia all’autorità giudiziaria di due persone sorprese a svolgere attività di bracconaggio.
La scommessa è quella di permettere che nelle montagne dell’Appennino vi sia una convivenza serena e sostenibile tra una specie minacciata come il lupo ed un mestiere antico come la pastorizia, attività che ha anch’essa bisogno di essere protetta e tutelata. In tale ottica è allo studio l’adozione da parte dell’Ente Parco, di strumenti utilizzati da altri parchi nazionali con ottimi risultati, come la fornitura di cani da guardiania, le recinzioni elettrificate e la costituzione del ‘gregge del Parco’, destinato al risarcimento degli allevatori che subiscono perdite di animali nei casi accertati di predazione da parte del lupo.